Recenti osservazioni astronomiche hanno rivelato un evento straordinario nel cuore della nostra Galassia. La mega-struttura G359.13, che ricorda la forma di un lungo osso, è stata “fratturata” da una pulsar che viaggia a velocità incredibili. Questo fenomeno offre nuove informazioni sulle interazioni tra oggetti cosmici e sul comportamento delle particelle ad alta energia.
Mega-strutture galattiche: cosa sono e dove si trovano
Nel centro della Via Lattea si trovano enormi strutture cosmiche conosciute come mega-strutture. Questi oggetti, invisibili all’occhio umano, assumono forme allungate simili a ossa o serpenti e possono essere osservati solo attraverso onde radio. Le mega-strutture sono create da particelle cariche che interagiscono con il campo magnetico galattico.
Quando le particelle vengono accelerate dal campo magnetico, emettono onde radio mentre spiraleggiano lungo le linee del campo stesso. Se in una regione dello spazio c’è un’alta densità di queste particelle, esse possono generare forme lunghe e sottili visibili nei radiotelescopi come il MeerKAT in Sud Africa.
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Queste strutture non emettono luce visibile o infrarossa; pertanto, telescopi ottici come Hubble o James Webb non riescono a rilevarle. Solo i radiotelescopi possono captare queste emissioni radio e rivelare la loro esistenza.
G359.13: la mega-struttura fratturata
Una delle più affascinanti tra queste strutture è G359.13 , lunga circa 230 anni luce e situata a circa 26 mila anni luce dalla Terra nel centro galattico. Sebbene fosse già nota agli astronomi, recenti studi condotti con il telescopio MeerKAT hanno svelato dettagli sorprendenti riguardo alla sua struttura interna.
Le immagini ottenute mostrano una sezione di G359.13 con segni evidenti di “frattura”. Questo ha sollevato interrogativi su cosa possa aver causato tale danno alla megastruttura; inizialmente non era chiaro quale fosse l’oggetto responsabile dell’impatto.
Per risolvere questo mistero è stato utilizzato anche il telescopio Chandra per osservare nella banda dei raggi X, permettendo così di identificare l’oggetto coinvolto nell’incidente cosmico.
La pulsar: colpevole dell’impatto
Le analisi incrociate delle immagini radio e X hanno portato alla scoperta che l’oggetto responsabile della frattura è probabilmente una pulsar — stella di neutroni rotante rapidamente formata dal collasso di una stella massiccia durante un’esplosione supernova.
Questo tipo di stella può muoversi a velocità straordinarie; nel caso specifico dell’impatto su G359.13 si stima che la pulsar viaggi tra i 2 e i 3 milioni di chilometri orari al momento dell’interazione con la mega-struttura galattica.
Durante le esplosioni supernovae asimmetriche può verificarsi questo fenomeno: mentre parte della materia viene espulsa nello spazio circostante in direzione opposta all’esplosione stessa, ciò provoca un’accelerazione estrema della stella residua nella direzione opposta rispetto al catastrofico evento esplosivo.
Questa scoperta dimostra quanto sia importante l’approccio multi-messenger nell’astronomia moderna; combinando dati provenienti da diverse bande dello spettro elettromagnetico gli scienziati possono ottenere informazioni più complete sui fenomeni celesti osservati ed approfondire la comprensione del nostro universo.