La scienza al servizio dei beni culturali: il progetto Newton su Rai Scuola

Il programma “In Onda” di Rai Scuola presenta il Progetto Scienza 2023, esplorando come la ricerca scientifica possa proteggere i beni culturali siciliani dai rischi antropici e naturali.
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Il programma “In Onda” di Rai Scuola presenta il Progetto Scienza 2023, dedicato all’importanza della scienza nella salvaguardia dei beni culturali. Il primo appuntamento si svolge al Teatro greco romano di Taormina, dove il fisico Sebastiano D’Amico guida gli spettatori alla scoperta del rischio antropico che minaccia queste preziose testimonianze storiche. Attraverso una serie di tappe in Sicilia, il progetto esplora come la ricerca scientifica possa contribuire a preservare e proteggere i patrimoni culturali.

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Rischio antropico e beni culturali a Taormina

Il viaggio del Progetto Scienza 2023 inizia al Teatro greco romano di Taormina, un luogo simbolo della storia siciliana. Qui, Sebastiano D’Amico introduce il concetto di rischio antropico nei beni culturali. Questo termine si riferisce ai danni causati dall’attività umana, che possono compromettere l’integrità delle opere d’arte e degli edifici storici. La presentazione mette in evidenza l’importanza della consapevolezza riguardo alle azioni quotidiane che possono influenzare negativamente questi luoghi.

Successivamente, la squadra si sposta a Casalvecchio Siculo per visitare la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò. In questo contesto, i fisici Francesco Caridi e Simona Mancini analizzano i materiali da costruzione utilizzati nella chiesa attraverso una valutazione del rischio radiologico. Questa indagine è fondamentale per garantire la sicurezza strutturale dell’edificio e prevenire eventuali danni nel tempo.

Indagini sismiche a Messina

Un altro punto cruciale del programma è rappresentato dalle indagini sismiche condotte a Messina, città colpita da un devastante terremoto nel 1908. I ricercatori del Dipartimento di Scienze geologiche e biologiche dell’Università di Catania sono attualmente impegnati nello studio delle vibrazioni e delle oscillazioni presso la torre del Campanile del Complesso del Duomo.

Francesco Panzera, geofisico coinvolto nelle ricerche, spiega come le tecnologie moderne possano fornire dati preziosi per comprendere meglio le dinamiche sismiche locali. Queste informazioni non solo aiutano nella conservazione degli edifici storici ma anche nell’elaborazione di strategie preventive contro futuri eventi sismici.

Rischio idrogeologico nell’area archeologica

L’attenzione alla salvaguardia dei beni culturali non si limita ai rischi sismici; anche le alluvioni rappresentano una minaccia significativa per molte aree archeologiche italiane. A Messina si trova il Convento Santa Maria di Gesù Superiore, dove secondo alcune fonti risiederebbe la tomba dell’artista Antonello da Messina.

Giovanni Randazzo, geomorfologo dell’Università di Messina, è responsabile delle analisi relative al rischio idrogeologico in questa area sensibile. Le sue ricerche mirano a identificare potenziali problematiche legate all’acqua ed elaborare soluzioni efficaci per proteggere questo importante sito storico dall’erosione o dai danni causati dalle piogge intense.

Analisi scientifiche sui mosaici antichi

La tappa successiva porta Davide Coero Borga a Tindari dove incontra Valentina Venuti della stessa Università messinese; insieme discutono l’importanza dello studio chimico-fisico dei mosaici antichi presenti nel sito archeologico locale. Venuti coordina le indagini sulla composizione delle tessere mosaicistiche con l’obiettivo non solo di preservarle ma anche comprendere meglio le tecnologie artistiche utilizzate dagli antichi romani.

Le indagini sui mosaici sono fondamentali poiché permettono agli studiosi non solo di restaurarli correttamente ma anche offrire nuove prospettive sulla vita quotidiana nell’antichità attraverso lo studio dei materiali impiegati nelle loro realizzazioni artistiche.

L’eredità della Villa Romana del Casale

Infine ci spostiamo verso Piazza Armerina per visitare uno degli esempi più significativi dell’architettura romana: la Villa Romana del Casale con i suoi straordinari mosaici ben conservati. Qui Paolo Barresi dell’Università Kore racconta come gli studi continuino ad arricchire le conoscenze sulla vita aristocratica romana grazie alle scoperte effettuate negli ultimi anni durante gli scavi archeologici.

Barresi sottolinea quanto sia essenziale continuare queste ricerche affinché future generazioni possano apprezzare appieno questo patrimonio storico unico nel suo genere.

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