La politica estera di Giorgia Meloni sotto accusa: Bersani critica l’assenza al summit di Tirana

L’assenza di Giorgia Meloni al summit di Tirana suscita critiche da Pier Luigi Bersani, che mette in discussione la direzione della politica estera italiana e l’impegno del governo nelle crisi internazionali.
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La recente assenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni al summit di Tirana ha sollevato polemiche e critiche da parte dell’opposizione. In particolare, Pier Luigi Bersani ha messo in discussione le motivazioni addotte dalla premier per non partecipare all’incontro con i leader europei e statunitensi, evidenziando la mancanza di una chiara direzione nella politica estera italiana.

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L’assenza al summit di Tirana

Giorgia Meloni non ha partecipato per la seconda volta consecutiva al gruppo dei “volenterosi” europei, un incontro volto a discutere il cessate il fuoco in Ucraina. La premier ha giustificato la sua assenza dichiarando che non intende inviare truppe italiane nel paese. Questa posizione è stata criticata da Bersani durante un’intervista su La7, dove ha definito le spiegazioni fornite dalla presidente come “sciatte” e “propagandistiche”. Secondo l’ex ministro, Meloni avrebbe dovuto essere presente a un incontro cruciale che coinvolgeva anche Gran Bretagna, Francia, Polonia, Germania e Stati Uniti.

Bersani ha sottolineato come la decisione della premier rappresenti una mancanza grave nella gestione della politica estera italiana. Inoltre, il presidente francese Emmanuel Macron è intervenuto per smentire le affermazioni di Meloni riguardo alla discussione sull’invio di truppe in Ucraina. Macron ha chiarito che i colloqui si sono concentrati sulla pace e sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina piuttosto che sull’invio militare.

Critiche sul ruolo internazionale dell’Italia

Pier Luigi Bersani ha espresso preoccupazione riguardo alla direzione della politica estera italiana sotto la guida di Giorgia Meloni. Ha ricordato come nei mesi precedenti si sia parlato del suo potenziale ruolo da “ponte” tra Europa e Stati Uniti; tuttavia questa idea è stata considerata ridicola dall’ex ministro sin dal principio. Secondo lui, l’Italia sta perdendo importanti punti fermi nella sua tradizionale diplomazia storica.

Bersani ha richiamato alla memoria il fatto che l’Italia è uno dei paesi fondatori dell’Unione Europea ed è sempre stata capace di mantenere relazioni diplomatiche con entrambe le parti nel conflitto israelo-palestinese. L’ex ministro teme che queste caratteristiche distintive stiano venendo meno sotto il governo attuale.

Inoltre, egli mette in evidenza come ci sia una crisi umanitaria significativa a Gaza senza alcuna risposta o presa di posizione chiara da parte del governo italiano. Questo silenzio viene visto come un segnale preoccupante riguardo all’impegno dell’Italia nelle questioni internazionali più urgenti.

Il gesto simbolico ignorato

Durante lo stesso dibattito su La7 è emerso anche un episodio significativo: Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle aveva invitato tutti i presenti ad alzarsi in piedi per onorare le vittime del conflitto a Gaza; tuttavia nessuno dei membri presenti si è mosso in tal senso compresa Giorgia Meloni stessa. Questa mancanza d’azione è stata criticata aspramente da Bersani che ritiene fondamentale mostrare solidarietà nei momenti difficili.

L’ex ministro sottolinea quanto fosse importante rispondere a tale invito considerando il numero elevatissimo delle vittime civili coinvolte nel conflitto attuale; secondo lui sarebbe stato doveroso farlo anche solo simbolicamente per dimostrare attenzione verso una crisi umanitaria così grave.

Riflessioni su gesti pubblici imbarazzanti

Infine, Bersani commenta anche un episodio avvenuto durante lo stesso incontro: Edi Rama, primo ministro albanese, si era inginocchiato davanti a Giorgia Meloni durante una cerimonia ufficiale. Questo gesto viene descritto dall’ex ministro come “umiliante” per la premier italiana e rappresentativo delle difficoltà politiche attuali dell’Italia sulla scena internazionale.

Bersani conclude affermando quanto tali situazioni siano poco dignitose e riflettano male sulla figura istituzionale della presidente del Consiglio italiano; egli suggerisce invece che tali gesti debbano essere evitati poiché possono minare ulteriormente la credibilità della leadership italiana all’estero.

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