Ferrara: tredici anni dopo il terremoto del 2012, la ricostruzione è quasi completata

Il terremoto del 2012 in Emilia Romagna ha causato 27 morti e ingenti danni. Oggi, a distanza di tredici anni, la ricostruzione è quasi completata grazie all’impegno dell’Agenzia Regionale.
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Il 20 maggio 2012, un terremoto di magnitudo 5,9 colpì l’Emilia Romagna, seguito da una seconda scossa di magnitudo 5,8 nove giorni dopo. Questi eventi sismici causarono la morte di ventisette persone e oltre quattrocento feriti. Migliaia furono gli sfollati e i danni ammontarono a circa tredici miliardi di euro. Il cratere sismico interessò ben cinquantanove comuni in quattro province: Ferrara, Bologna, Modena e Reggio Emilia. Oggi, a distanza di tredici anni da quella tragedia, il processo di ricostruzione è quasi completo.

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La testimonianza di Enrico Cocchi

Enrico Cocchi è un geologo ferrarese che ha avuto un ruolo chiave nella ricostruzione post-sisma. Direttore dell’Agenzia Regionale Ricostruzioni dal suo avvio nel 2012, ha collaborato con vari enti governativi e locali per gestire le necessità emerse dopo il terremoto. Ricorda chiaramente quel tragico giorno: «Mi ha svegliato uno scossone: ho capito che non era una cosa banale». La sua casa si trovava in via Bologna e subito dopo il sisma si trovò circondato da persone in strada.

L’Agenzia della Ricostruzione nacque inizialmente come supporto tecnico al Commissario delegato per l’emergenza sismica. Con il passare degli anni si trasformò in un ente permanente dedicato alla programmazione e al controllo delle opere necessarie per riportare la normalità nelle zone colpite.

L’evoluzione dell’Agenzia della Ricostruzione

Nel corso degli anni l’Agenzia ha cambiato natura passando da struttura temporanea a entità permanente con compiti ben definiti nella gestione della ricostruzione. Inizialmente responsabile delle emergenze immediate, oggi coordina le attività legate alla realizzazione delle opere pubbliche e alla concessione dei rimborsi ai cittadini danneggiati.

Cocchi spiega che all’inizio erano loro ad avere responsabilità dirette sulle pratiche edilizie; ora queste sono state trasferite ai proprietari privati o agli enti pubblici coinvolti nel processo di recupero dei danni subiti dalle strutture danneggiate dal sisma.

Le sfide nella gestione della ricostruzione

Gestire i diversi tavoli tecnici con soggetti variabili rappresenta una sfida significativa per l’Agenzia Regionale Ricostruzioni. Cocchi sottolinea come fosse tutto nuovo all’epoca del terremoto: «Abbiamo iniziato seguendo un percorso suggerito dall’Unione Europea». Questo approccio mirava a garantire trasparenza nelle pratiche burocratiche evitando errori che potessero portare i beneficiari dei rimborsi a doverli restituire successivamente.

Nonostante i cambiamenti nei governi nazionali durante questi anni difficili non ci sono stati ritardi significativi nell’emissione dello stato d’emergenza; piuttosto i fondi necessari sono stati erogati gradualmente nel tempo.

Innovazioni finanziarie nella ricostruzione

Tra le scelte innovative adottate dall’Agenzia c’è stata quella di diluire i costi attraverso crediti d’imposta supportati dalle banche locali che hanno svolto anche funzioni da garanti nei confronti delle aziende coinvolte nei lavori edili post-sisma. Quarantadue istituti bancari hanno partecipato attivamente al progetto fungendo sia da finanziatori sia anticipatori dei pagamenti dovuti alle imprese esecutrici dei lavori.

Cocchi ha fissato quattro punti strategici fondamentali per guidare la pianificazione della rinascita dell’Emilia Romagna: costruire abitazioni sicure e ripristinare centri storici; migliorare infrastrutture; tutelare territorio ed ambiente; rilanciare l’economia locale attraverso attività imprenditoriali sostenibili.

I risultati raggiunti fino ad oggi

I risultati ottenuti dalla collaborazione tra Agenzia Regionale Ricostruzioni e gli attori locali sono evidenti nei numerosi progetti portati avanti negli ultimi tredici anni. Ad esempio, tutti i quarantaduemila lavoratori messi in cassa integrazione straordinaria sono stati riassorbiti entro due anni dalla calamità naturale, mentre quarantacinquemila studenti hanno potuto tornare tra banchi grazie all’apertura rapida delle scuole rimaste chiuse o danneggiate dal sisma.

Tuttavia alcuni interventi rimangono ancora incompleti come quelli relativi ai luoghi di culto dove resta ancora molto lavoro da fare rispetto al restauro o alla completa ricostruzione degli edifici storici gravemente compromessi dai terremoti del 2012.

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