Il 30 maggio segna un’importante ricorrenza per l’Agenzia Spaziale Europea , che festeggia cinquant’anni dalla sua fondazione. Da quando è stata istituita nel 1975, l’ESA ha coordinato le attività spaziali di ben 22 Paesi europei, con l’Italia che contribuisce in modo sostanzioso, coprendo quasi il 15% del budget complessivo dell’organizzazione. Questo anniversario offre l’opportunità di riflettere sui successi passati e sulle missioni future.
Le missioni storiche dell’ESA
Negli ultimi vent’anni, l’ESA ha promosso e partecipato a numerose missioni significative nel campo dell’esplorazione spaziale. Tra queste spiccano progetti come Rosetta, che ha operato dal 2004 al 2016 con lo scopo di studiare la cometa Churyumov-Gerasimenko; BepiColombo, avviata nel 2018 e attualmente in corso per esplorare Mercurio; ed ExoMars, iniziata nel 2016 per cercare tracce di vita su Marte.
Altre importanti iniziative includono Gaia, attiva dal 2013 e dedicata alla mappatura della nostra galassia; Planck, che ha funzionato tra il 2009 e il 2013 per studiare la radiazione cosmica di fondo; ed Euclid, recentemente lanciata nel luglio del 2023 con lo scopo di indagare la natura della materia oscura ed energia oscura nell’universo.
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Queste missioni non solo hanno ampliato le nostre conoscenze sul Sistema Solare e sull’universo profondo, ma hanno anche favorito collaborazioni internazionali tra diverse agenzie spaziali. L’approccio cooperativo è diventato una caratteristica distintiva delle attività dell’ESA.
Esperimenti scientifici insoliti: Vivaldi III
Oltre alle grandi imprese scientifiche legate all’esplorazione planetaria e cosmica, l’ESA finanzia anche esperimenti più particolari volti a comprendere gli effetti della microgravità sul corpo umano. Uno degli studi più recenti è Vivaldi III, avviato a febbraio del corrente anno. Questo progetto coinvolge dieci volontari reclutati per rimanere sdraiati su lettini ad acqua per dieci giorni consecutivi.
Durante questo esperimento innovativo, i partecipanti sono stati collocati in contenitori simili a vasche da bagno riempiti d’acqua ma coperti da un tessuto impermeabile per mantenerli asciutti mentre galleggiavano uniformemente. Questa condizione simula quella vissuta dagli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale , permettendo ai ricercatori di monitorare vari aspetti fisiologici dei soggetti coinvolti.
I volontari non hanno mai abbandonato la posizione supina durante tutta la durata dello studio: nemmeno durante i pasti o le pause bagno. I pasti venivano consumati su tavolette galleggianti dotate di supporto per il collo affinché i partecipanti potessero mangiare senza difficoltà mentre rimanevano immersi nell’acqua.
Questo tipo di ricerca mira ad approfondire la comprensione degli effetti fisici causati dai voli nello spazio sul corpo umano e potrebbe fornire informazioni preziose sia per future missioni spaziali sia nella medicina terrestre.
L’importanza della ricerca spaziale
L’attività dell’ESA va oltre le semplici esplorazioni astronomiche; essa rappresenta un investimento significativo nella ricerca scientifica globale che può avere ripercussioni dirette sulla vita quotidiana delle persone sulla Terra. Attraverso questi progetti ambiziosi si cerca non solo una maggiore comprensione dello spazio ma anche applicazioni pratiche delle scoperte fatte nelle varie aree della tecnologia e della salute umana.
Con cinquant’anni alle spalle dall’inizio delle sue operazioni ufficiali, l’Agenzia Spaziale Europea continua a guardare al futuro con nuove sfide da affrontare nell’ambito dell’esplorazione interplanetaria e nella ricerca scientifica avanzata.