Condannato a tre anni per rapine aggravate: la Cassazione respinge il ricorso dell’imputato

Un uomo romeno di 28 anni è stato condannato a tre anni di reclusione per rapine violente ai danni di tre donne a Perugia, confermando la sentenza della Corte Suprema.
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Un uomo di 28 anni, originario della Romania, è stato condannato a tre anni di reclusione per una serie di rapine avvenute a Perugia tra il 27 e il 29 maggio. Le vittime, tre donne avvicinate in strada, sono state derubate con violenza, subendo anche lesioni personali. La difesa ha tentato di opporsi alla sentenza presentando un ricorso alla Corte di Cassazione, ma quest’ultima ha confermato la decisione dei giudici precedenti.

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I fatti delle rapine

Le rapine si sono verificate in un breve lasso di tempo e hanno avuto modalità simili. L’imputato ha avvicinato le sue victime mentre camminavano per strada e le ha aggredite fisicamente per sottrarre loro beni personali. Durante queste azioni violente, tutte e tre le donne hanno riportato ferite che hanno richiesto assistenza medica. Gli episodi hanno suscitato preoccupazione nella comunità locale e sollevato interrogativi sulla sicurezza pubblica.

La prima aggressione è stata segnalata il 27 maggio; nei due giorni successivi si sono verificati altri due attacchi con modalità analoghe. La rapidità con cui si sono susseguiti i crimini ha portato gli investigatori a ritenere che l’autore fosse lo stesso individuo responsabile delle aggressioni.

Il processo e la condanna

L’uomo è stato arrestato poco dopo gli eventi grazie all’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza installate nella zona degli attacchi. In primo grado, il tribunale lo ha condannato a tre anni di reclusione per rapina aggravata e lesioni personali volontarie.

Successivamente, la difesa dell’imputato ha presentato appello contro questa sentenza sostenendo che non vi fosse sufficiente motivazione riguardo all’applicazione della recidiva nel caso specifico. Tuttavia, sia in primo grado sia in appello i giudici hanno ritenuto fondata l’accusa considerando non solo la gravità dei reati commessi ma anche i precedenti penali dell’imputato.

Il ricorso alla Cassazione

Dopo aver subito una doppia condanna dai tribunali inferiori, l’uomo si è rivolto alla Corte Suprema cercando una revisione della sentenza sulla base della presunta violazione del diritto riguardante la recidiva reiterata. Secondo i legali del giovane rumeno, non sarebbe stata adeguatamente giustificata l’aggravante legata ai suoi precedenti penali.

Tuttavia, i giudici della Cassazione hanno respinto il ricorso definendolo “manifestamente infondato“. Hanno sottolineato come la ripetizione dei crimini nell’arco di soli tre giorni evidenziasse un comportamento particolarmente pericoloso da parte dell’imputato che giustificava pienamente l’applicabilità della recidiva.

Conseguenze legali

Confermata quindi la pena originale da parte della Corte Suprema oltre al pagamento delle spese processuali da parte dell’imputato, è stata disposta anche una somma risarcitoria pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione rappresenta un ulteriore passo nel contrasto ai crimini contro il patrimonio e sottolinea come le autorità stiano adottando misure severe nei confronti dei reati violenti nelle città italiane.

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