Moscerini della frutta ingegnerizzati per studiare la dipendenza da cocaina: la ricerca dell’Università dello Utah

Ricercatori dell’Università dello Utah hanno ingegnerizzato il moscerino della frutta per studiare la dipendenza da cocaina, rivelando similitudini genetiche e comportamentali con gli esseri umani e aprendo nuove strade nella ricerca sulle tossicodipendenze.
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Un team di ricercatori dell’Università dello Utah ha recentemente ingegnerizzato il moscerino della frutta, Drosophila melanogaster, per sviluppare una dipendenza da cocaina. Questo studio mira a comprendere meglio le basi genetiche e biologiche della dipendenza da sostanze negli esseri umani. I risultati sono stati pubblicati nel Journal of Neuroscience, aprendo nuove strade nella ricerca sulla genetica delle dipendenze.

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La connessione tra umani e drosophila

La Drosophila melanogaster è un organismo modello ampiamente utilizzato nelle ricerche scientifiche grazie alla sua somiglianza genetica con l’uomo. Circa il 75% dei geni coinvolti nei meccanismi di dipendenza nelle persone sono presenti anche in questi moscerini. Questo alto grado di similarità rende le drosofile particolarmente utili per studi che mirano a esplorare i fattori genetici legati alla predisposizione alle dipendenze.

Le caratteristiche biologiche delle drosofile contribuiscono ulteriormente alla loro idoneità come soggetti di studio. Il loro ciclo vitale breve consente agli scienziati di osservare rapidamente gli effetti delle manipolazioni genetiche e comportamentali. Inoltre, la facilità con cui possono essere allevate in laboratorio e la loro suscettibilità a mutazioni rendono queste creature ideali per esperimenti complessi sulla biologia della dipendenza.

Un altro aspetto interessante è che le drosofile reagiscono alla cocaina in modo simile agli esseri umani: a basse dosi mostrano segni di euforia e aumento dell’attività motoria, mentre a dosi elevate possono andare incontro a uno stato paralizzante simile al blackout umano. Queste similitudini comportamentali offrono spunti significativi per comprendere come gli esseri viventi reagiscano all’assunzione di sostanze psicoattive.

Superare l’avversione naturale

Uno degli ostacoli principali affrontati dai ricercatori è stata l’avversione innata delle drosofile verso la cocaina. Quando esposte sia ad acqua zuccherata che ad acqua zuccherata contenente cocaina, i moscerini tendevano a scegliere il liquido privo del narcotico, anche dopo averlo “assaggiato”. Questa preferenza era dovuta ai recettori gustativi situati sulle zampe degli insetti; evolutivamente programmati per evitare tossine vegetali, i moscerini riconoscevano la cocaina come una sostanza potenzialmente dannosa.

Per superare questa barriera comportamentale, gli scienziati hanno condotto test approfonditi sui recettori sensibili al sapore amaro presenti sulle zampe delle drosofile. Attraverso tecniche avanzate di silenziamento genico mirate ai recettori responsabili dell’avversione al gusto amaro, i ricercatori sono riusciti a modificare il comportamento dei moscerini in modo significativo: dopo sole 16 ore dall’intervento genico, questi hanno cominciato a mostrare una preferenza marcata per l’acqua contenente cocaina rispetto all’acqua zuccherata pura.

Questa scoperta rappresenta un passo importante nella comprensione dei meccanismi biologici sottostanti alla dipendenza da droghe negli esseri umani e potrebbe contribuire allo sviluppo futuro di trattamenti più efficaci contro le tossicodipendenze.

Implicazioni future della ricerca

I risultati ottenuti dallo studio sull’ingegnerizzazione della Drosophila melanogaster potrebbero avere importanti implicazioni nel campo della neuroscienza e nella medicina legata alle tossicodipendenze. Comprendere come specifici geni influenzino il comportamento riguardo all’assunzione di droghe potrebbe aiutare non solo nella creazione di modelli più accurati ma anche nell’individuazione target terapeutici efficaci contro la dipendenza da sostanze stupefacenti negli esseri umani.

Inoltre, questo tipo di ricerca pone interrogativi etici riguardo all’utilizzo degli organismi modello nello studio del comportamento umano legato alle droghe ed evidenzia l’importanza del dialogo tra scienza ed etica nel progresso scientifico contemporaneo.

Con queste nuove conoscenze si apre un capitolo significativo nello studio delle dinamiche psicologiche associate alle sostanze d’abuso; ciò potrebbe portare non solo ad avanzamenti teorici ma anche pratici nel trattamento delle patologie correlate alla droga.

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