L’assegno di invalidità: sospensione e revisione delle prestazioni INPS nel 2025

L’assegno di invalidità parziale supporta chi ha una capacità lavorativa ridotta, ma può essere sospeso dall’INPS in caso di superamento dei limiti reddituali o mancata presentazione a visite mediche.
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L’assegno di invalidità parziale rappresenta un sostegno economico per le persone con capacità lavorativa ridotta tra il 74% e il 99%. Tuttavia, ci sono situazioni in cui l’INPS può sospendere immediatamente questo pagamento. È fondamentale comprendere quali siano le condizioni che possono portare a tale decisione.

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Cos’è l’assegno di invalidità parziale

L’assegno d’invalidità parziale è una prestazione economica prevista dalla Legge n. 118 del 1971, articolo 13, destinata a coloro che si trovano in uno stato di bisogno economico e presentano una riduzione della capacità lavorativa significativa. Questo beneficio non è reversibile ai superstiti e, in linea generale, non dovrebbe essere compatibile con attività lavorative retribuite. Tuttavia, l’INPS ha chiarito che se un soggetto riesce a guadagnare meno del limite stabilito per ricevere l’assegno attraverso un lavoro, questo reddito non viene considerato ai fini della compatibilità con la prestazione . Possono accedere all’assegno le persone disabili tra i 18 e i 67 anni.

Limiti reddituali per ricevere l’assegno

Nel corso del 2025, il limite reddituale annuale per chi presenta un’invalidità parziale è fissato a €5771,35. Per determinare se si supera tale soglia, l’INPS considera tutte le entrate percepite dall’interessato al netto degli oneri deducibili e delle ritenute fiscali applicabili. Se l’Istituto ritiene che il beneficiario abbia superato questo limite durante l’anno fiscale corrente ed effettua la sospensione dell’assegno d’invalidità, spetta al richiedente dimostrare eventuali errori nei calcoli effettuati dall’INPS riguardo ai propri redditi.

In caso contrario, qualora non venga provata la correttezza dei dati forniti dal richiedente rispetto alla propria situazione economica reale nell’anno solare in questione, potrebbe scattare anche la richiesta da parte dell’Istituto di restituire tutte le mensilità erogate ma non spettanti.

Accertamento dell’invalidità civile

Per poter ricevere l’assegno d’invalidità è necessario che la condizione di invalidità sia accertata da una Commissione medica dell’Azienda Sanitaria Locale . L’accertamento diventa definitivo quando viene riconosciuta una riduzione permanente della capacità lavorativa; ad esempio nel caso della perdita totale o parziale di un arto o della vista.

In tali circostanze specifiche la Commissione medica generalmente non richiede visite successive poiché si presume che lo stato patologico rimanga invariato nel tempo. Tuttavia esistono situazioni straordinarie dove può essere convocata nuovamente per verifiche aggiuntive; ciò avviene soprattutto quando emergono nuove terapie o tecnologie capaci di migliorare significativamente le condizioni fisiche del paziente.

Revisione delle prestazioni assistenziali

L’INPS ha obbligo normativo di monitorare periodicamente lo stato sanitario dei beneficiari al fine di garantire che continuino a soddisfare i requisiti previsti dalla legge . Qualora durante una visita straordinaria emerga un miglioramento significativo nella condizione fisica dell’interessato – come nel caso dell’utilizzo efficace protesi avanzate – potrebbe scattare una revisione o addirittura revoca dello status d’invalidità precedentemente riconosciuto.

È importante notare anche che se il beneficiario non si presenta alla visita programmata dall’INPS senza giustificati motivi validi ciò comporterà automaticamente la sospensione dei pagamenti relativi all’assegno fino alla successiva revoca definitiva .

Nuove modalità operative introdotte nel processo

Con riferimento alle recenti normative introdotte dalla legge bilancio del gennaio scorso e dal decreto sulla disabilità D.Lgs n°62/2024, sono state delineate nuove procedure operative destinate ad accelerare il processo di revisione delle prestazioni assistenziali legate all’invalidità civile rendendolo meno oneroso per gli interessati stessi.

Il comma 167 introduce modifiche significative: fino al termine del dicembre prossimo sarà possibile effettuare revisioni su soggetti affetti da patologie oncologiche tramite valutazione documentale anziché visite dirette salvo esplicita richiesta contraria da parte degli interessati stessi.

Questo approccio mira ad alleggerire gli oneri burocratici senza compromettere comunque i diritti dei cittadini coinvolti nelle pratiche sanitarie legate alle loro condizioni patologiche preesistenti.

Il procedimento prevede quindi prima invio comunicazione agli interessati invitandoli a trasmettere entro quaranta giorni tutta documentazione sanitaria necessaria affinché possa avvenire correttamente valutazione sugli atti già disponibili presso gli uffici competenti.

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