Il governo ceco, guidato dal premier Petr Fiala, è al centro di un grave scandalo che coinvolge una donazione in bitcoin del valore di circa 40 milioni di euro. Il ministro della Giustizia Pavel Blazek ha accettato criptovalute provenienti da un noto trafficante di droga, suscitando interrogativi sull’origine dei fondi e portando a una sessione straordinaria del Parlamento. La situazione si complica ulteriormente con le imminenti elezioni e la reazione dell’opposizione.
Le dimissioni del ministro Blazek e le sue dichiarazioni
Pavel Blazek ha rassegnato le dimissioni pochi giorni fa, ma il suo gesto non ha placato i dubbi riguardo alla legittimità della donazione ricevuta. Nonostante la gravità delle accuse, Blazek ha dichiarato di non ritenere ci fosse nulla di sbagliato nell’accettare il regalo in criptovalute. Secondo quanto affermato dall’ex ministro, non esistono prove concrete che collegano i bitcoin a attività illegali.
Le sue parole hanno sollevato polemiche sia tra l’opinione pubblica che all’interno delle istituzioni politiche ceche. Il premier Fiala ha espresso fiducia nella buona fede dell’ex ministro, ma questo sostegno potrebbe non bastare a placare le critiche crescenti nei confronti del governo.
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Discussione parlamentare e mozione di sfiducia
Giovedì scorso si è tenuta una sessione straordinaria del Parlamento ceco dedicata al caso Blazek. La discussione è durata undici ore ed è stata caratterizzata da toni accesi tra maggioranza e opposizione. I partiti avversari al governo, tra cui il movimento populista Azione del cittadino scontento guidato dall’ex premier Andrej Babis e Libertà e democrazia diretta, hanno accusato l’esecutivo di essere coinvolto nel “riciclaggio di denaro sporco“.
In vista delle elezioni previste fra quattro mesi, l’opposizione intende presentare una mozione di sfiducia contro il governo Fiala. Tuttavia, secondo analisi politiche recenti, questa iniziativa potrebbe risultare inefficace data la maggioranza solida della coalizione governativa che conta 104 seggi su 200 totali.
Le conseguenze per l’opposizione politica
Nonostante la difficoltà nel far passare la mozione di sfiducia al governo attuale, lo scandalo legato ai bitcoin potrebbe avere ripercussioni significative sulle prossime elezioni nazionali. I partiti populisti come quello guidato da Babis potrebbero trarre vantaggio dalla situazione per guadagnarsi consensi tra gli elettori insoddisfatti dell’attuale amministrazione.
Nel frattempo emergono notizie su Tomas Jirikovsky, il donatore dei bitcoin incriminati: secondo quanto riportano i media locali come Novinky.cz, Jirikovsky avrebbe presentato una denuncia penale contro la piattaforma X per presunti abusi informativi perpetrati dalle autorità competenti nella diffusione delle notizie riguardanti lui stesso.
Il passato criminale del donatore
Tomas Jirikovsky non è nuovo alle cronache giudiziarie; nel 2017 era stato condannato a nove anni per appropriazione indebita oltre ad altri reati gravi come traffico illecito di sostanze stupefacenti e possesso illegale d’armi. Dopo aver scontato parte della pena detentiva nel 2021, era tornato in libertà; tuttavia, ora sembra essere nuovamente sotto i riflettori mediatici dopo aver effettuata questa controversa donazione in criptovalute.
Secondo fonti investigative come Neovlivni.cz, ci sarebbero indicazioni che Jirikovsky abbia lasciato recentemente la Repubblica Ceca, rendendo più complicate eventuali indagini sul suo operATO finanziario recente o sulla provenienza dei fondi utilizzati per fare dono ai politici cechi.