Le uova: da alimento demonizzato a fonte proteica apprezzata, cosa dicono gli esperti

Le uova, rivalutate per il loro valore nutrizionale e proteico, possono essere consumate con moderazione in una dieta equilibrata, ma è fondamentale considerare le linee guida e la sicurezza alimentare.
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Le uova, un tempo considerate poco salutari a causa dell’alto contenuto di colesterolo, stanno vivendo una nuova fase di popolarità. Celebrità e influencer le promuovono come principale fonte proteica nelle loro diete. Tuttavia, è fondamentale basare le scelte alimentari su evidenze scientifiche piuttosto che su tendenze momentanee.

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Il dibattito sul colesterolo e il consumo di uova

Negli ultimi decenni, le linee guida nutrizionali hanno suggerito un limite al consumo settimanale di uova, raccomandando non più di 1-2 unità a settimana per via del colesterolo presente nel tuorlo. Un singolo uovo medio contiene circa 185 milligrammi di colesterolo. Nonostante ciò, il colesterolo è essenziale per l’organismo: svolge ruoli cruciali nella formazione delle membrane cellulari e nella produzione ormonale e della vitamina D.

Recenti studi scientifici hanno rivalutato la questione del consumo delle uova. Secondo Livia Pisciotta, professore ordinario all’Università degli Studi di Genova, le uova offrono proteine complete con tutti i nove aminoacidi essenziali e sono ricche anche di vitamine del gruppo B , vitamina D e antiossidanti come luteina e zeaxantina che supportano la salute visiva.

La ricerca ha dimostrato che per molte persone il colesterolo alimentare non incide significativamente sul rischio cardiovascolare poiché può stimolare la produzione delle lipoproteine “buone” che contrastano quelle “cattive” . Tuttavia, questo non implica un uso indiscriminato delle uova; è sempre consigliabile variare le fonti proteiche in modo equilibrato.

Raccomandazioni internazionali sul consumo

Le principali organizzazioni scientifiche concordano sull’importanza di contestualizzare il consumo delle uova all’interno della dieta complessiva dell’individuo. L’American Heart Association accetta fino a un’uovo intero al giorno per persone sane se inserito in una dieta equilibrata tipo mediterranea. Per chi soffre di diabete o malattie cardiache si consiglia invece una riduzione del consumo.

Anna Tagliabue della Società Italiana di Nutrizione Umana sottolinea come recenti evidenze abbiano portato alla rimozione del limite massimo giornaliero sui milligrammi di colesterolo alimentare nei Livelli Assunzione Riferimento Nutrienti . Questo cambiamento riflette l’evoluzione della comprensione riguardo al ruolo del colesterolo dietetico rispetto alla salute cardiovascolare.

Tuttavia, resta importante monitorare l’assunzione soprattutto in soggetti con dislipidemia o diabete dove i risultati possono essere più variabili. Le linee guida suggeriscono anche che nei bambini dai sei mesi in su si possano consumare 2-3 uova a settimana alternate ad altre fonti proteiche.

Considerazioni sulla sicurezza alimentare

Un altro aspetto cruciale riguarda la sicurezza nel consumo delle uova: esiste infatti il rischio di infezioni da salmonella se consumate crude o poco cotte. Questa precauzione diventa particolarmente rilevante per categorie vulnerabili come bambini piccoli, anziani o donne in gravidanza.

Per gli anziani, le uova rappresentano una fonte economica ed efficace di proteine ad alta qualità utile contro la sarcopenia legata all’età. È importante considerare sia le quantità direttamente mangiate sia quelle presenti negli alimenti trasformati come dolci o pasta all’uovo nel conteggio settimanale complessivo.

La situazione attuale dei consumi in Italia

Secondo il rapporto Avicoli e Uova 2024 dell’Ismea, le uova continuano ad essere tra i prodotti più acquistati dagli italiani con un indice d’acquisto pari al 94%. Nel corso del 2023, ogni italiano ha consumato mediamente circa 215 unità direttamente mangiate oltre ai prodotti contenenti ovuli lavorati; ciò corrisponde a oltre 13 chilogrammi pro capite annui – circa quattro unità alla settimana – cifra compatibile con quanto indicato dalle Linee Guida per una Sana Alimentazione redatte dal CREA nel 2018.

Questa soglia potrebbe subire aggiornamenti futuri considerando nuove evidenze scientifiche ma dovrà sempre tenere conto non solo dei rischi cardiovascolari ma anche della salute generale degli individui.

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