Meta ha recentemente annunciato la creazione del Superintelligence Lab, un passo audace che potrebbe cambiare le dinamiche nel settore dell’intelligenza artificiale. Questa mossa segna un tentativo di Mark Zuckerberg di superare i concorrenti storici come Apple, OpenAI e Google, in una battaglia che si gioca a colpi di miliardi. La notizia arriva in un momento critico per il mercato dell’AI, dove le offerte salariali stanno raggiungendo cifre stratosferiche.
La strategia aggressiva di Meta nell’intelligenza artificiale
Negli ultimi mesi, Meta ha intensificato i suoi sforzi per recuperare terreno nell’ambito dell’intelligenza artificiale generativa. L’azienda sta attirando talenti con pacchetti retributivi che sfidano ogni aspettativa. Secondo fonti interne, gli stipendi proposti oscillano tra i 10 e i 40 milioni di dollari all’anno per coloro che decidono di trasferirsi a Meta. Questo approccio ha già portato a una certa instabilità nei team AI delle aziende rivali.
Sam Altman, CEO di OpenAI, ha parlato pubblicamente dei bonus offerti ai suoi ingegneri che possono arrivare fino a 100 milioni di dollari; tuttavia, i dirigenti di Meta hanno chiarito che tali somme non sono immediatamente disponibili ma fanno parte di pacchetti pluriennali. Nonostante ciò, la sostanza rimane invariata: la competizione è accesa e le aziende stanno investendo enormemente nel reclutamento dei migliori talenti del settore.
Leggi anche:
Le conseguenze sui concorrenti: Apple sotto pressione
La situazione è diventata critica anche per Apple. Secondo quanto riportato da Bloomberg, alcuni membri del team Foundation Models della compagnia sono stati contattati da Meta con offerte allettanti capaci addirittura di quadruplicare gli stipendi attuali. Tom Gunter, un ingegnere senior nel campo dell’AI presso Apple, avrebbe già lasciato Cupertino la scorsa settimana; non è chiaro se abbia scelto proprio Meta come nuova destinazione.
Inoltre ci sono segnali preoccupanti anche dal team MLX dedicato al framework open source della società californiana: diversi membri sarebbero vicini alle dimissioni in seguito alle pressioni esterne ricevute da parte della concorrenza. Il clima all’interno dell’azienda sembra teso e molti temono ulteriori fughe verso altre realtà più promettenti.
OpenAI reagisce alla minaccia interna
La crescente pressione esercitata da Meta ha spinto Mark Chen, Chief Research Officer presso OpenAI, a inviare una nota interna ai dipendenti esprimendo preoccupazione riguardo alla situazione attuale. Chen descrive il sentimento diffuso tra i lavoratori come quello “di qualcuno entrato in casa nostra e rubando qualcosa”. Ha rassicurato il personale sul fatto che Altman e altri dirigenti stiano lavorando incessantemente per affrontare queste sfide attraverso ricalibrazioni salariali e nuove strategie per premiare il talento interno.
Questa reazione evidenzia quanto sia seria la minaccia rappresentata dalla manovra aggressiva adottata da Zuckerberg nella sua ricerca continua dei migliori professionisti nel campo dell’intelligenza artificiale generativa.
Il futuro incerto delle tecnologie AI in casa Apple
Il tempismo della mossa strategica intrapresa da Zuckerberg si rivela problematico anche per Apple; recentemente Bloomberg ha rivelato piani interni volti ad affidare lo sviluppo futuro del sistema Siri a modelli linguistici esterni forniti da aziende come OpenAI o Anthropic. Questa decisione viene percepita internamente come una bocciatura implicita dello sviluppo interno dell’IA generativa ed alimenta ulteriormente le preoccupazioni riguardo alla retention dei talenti all’interno della compagnia californiana.
Con stipendi così competitivi offerti dalle aziende rivali come Meta, molti temono che questa possa essere solo l’inizio d’una fuga massiccia verso opportunità più lucrative altrove; ciò potrebbe avere ripercussioni significative sulla capacità innovativa futura della stessa Apple nel settore tecnologico avanzato.
Investimenti massicci nella ricerca AI
Zuckerberg sembra determinato ad investire ogni risorsa necessaria affinché Meta diventi leader indiscusso nell’ambito delle tecnologie intelligenti. Dopo aver tentativamente cercato acquisizioni con società emergenti quali Perplexity o Thinking Machine Labs senza successo, è riuscito comunque ad ottenere Scale AI tramite un acquihire portando Alexandr Wang al timone del nuovo Superintelligence Lab.
Parallelamente, continuano gli sforzi volti ad attrarre startup innovative; recentemente ci sarebbero stati contatti anche con PlayAI ed alcuni nomi dal team Gemini appartenente a Google avrebbero accettato di collaborazioni future. Questi svilupp eventi delineano uno scenario competitivo sempre più agguerrito dove ogni azienda cerca disperatamente d’affermarsi attraverso strategie aggressive mirate al reclutamento dei migliori esperti disponibili sul mercato globale.