La nuova rubrica “Olivetti delle meraviglie” sarà firmata da John Lomas e Tonina Scuderi, due esperti che esploreranno il mondo Olivetti attraverso racconti, memorie e invenzioni che hanno influenzato non solo Ivrea ma anche il panorama globale. Questo progetto si propone di mantenere viva la memoria di un patrimonio culturale unico, invitando i lettori a scoprire l’eredità dell’azienda.
La storia di un colloquio indimenticabile
Sandro Osnaghi descrisse il curriculum di John Lomas come “pura Fanta-Scienza” dopo averlo intervistato per una posizione all’Olivetti nel 1976. Questa affermazione rifletteva l’originalità del percorso professionale di Lomas, che iniziò nel 1975 mentre lavorava per Philips Telecommunications in Olanda. Stanco della pioggia incessante dei Paesi Bassi, decise di tornare in Italia e scrivere un curriculum vitae. Con alle spalle tre anni alla Fiat Aviazione, pensava fosse giunto il momento giusto per cercare nuove opportunità.
Un amico della Fiat lo visitò durante quel periodo ed entrambi iniziarono a discutere del lavoro svolto da Lomas alla Philips. Dopo aver erroneamente descritto le sue mansioni come relative a “sistemi operativi in tempo reale”, Lomas si sentì spinto ad includere questa esperienza nel suo CV. Inviò circa 200 copie del suo curriculum alle aziende del nord Italia ma ricevette poche risposte.
Leggi anche:
Deciso a prendere in mano la situazione, nell’autunno del 1975 si recò personalmente all’Olivetti per presentarsi al personale senza appuntamento ufficiale. Nonostante le iniziali difficoltà con i sorveglianti dell’ingresso, riuscì a contattare l’ufficio personale dove una giovane donna lo invitò a tornare per un colloquio formale.
Il giorno dell’incontro indossava un abito poco elegante che suscitò qualche battuta tra i presenti. Durante il colloquio con Chiara Spaggiari, una figura chiave nell’assunzione presso Olivetti, Lomas affrontò una situazione difficile: le assunzioni erano bloccate e lei non sembrava disposta ad ascoltarlo facilmente.
Tuttavia, dopo anni dalla sua assunzione avvenuta grazie al telegramma ricevuto dall’azienda dopo quel primo incontro faticoso con Spaggiari, ha avuto modo di rivederla durante un recente convegno dedicato alla storia dell’Olivetti e ha condiviso aneddoti divertenti su quell’incontro storico.
Un ambiente stimolante tra innovazione e apprendimento
L’esperienza lavorativa di John Lomas all’Olivetti iniziò ufficialmente nel marzo del 1976 sotto la guida di Sandro Osnaghi. Il team era composto da figure già affermate come Piero Fiorani e Clara Mancinelli insieme ai giovani laureati desiderosi d’imparare sul campo. Questo gruppo eterogeneo rappresentava una miscela perfetta tra esperienza consolidata ed entusiasmo giovanile.
Osnaghi era anche professore al Politecnico di Milano; questo legame portava frequentemente accademici esperti nella sede Olivetti per condividere conoscenze sull’architettura dei calcolatori emergente negli anni ’70. Tra questi c’erano Franco Tisato e Luigi Petrone che contribuivano attivamente alla formazione dei nuovi arrivati come Lomas.
Durante questo periodo entusiasmante vennero acquistati testi americani fondamentali sull’informatica dai più noti autori internazionali; ciò permise ai membri del team non solo d’imparare ma anche d’applicare queste nuove teorie nei loro progetti quotidiani presso l’Olivetti.
Ogni tre mesi avevano incontri formativi con Ugo Gagliardi della Harvard University; questi momenti erano cruciali poiché permettevano agli ingegneri italiani d’interagire direttamente con uno degli esperti più rinomati sui sistemi operativi negli Stati Uniti degli anni ’60 e ’70.
Nel corso degli anni successivi ci fu quindi uno sviluppo significativo delle competenze tecniche all’interno dell’azienda: gli ingegneri imparavano dai migliori professionisti disponibili sul mercato internazionale mentre contribuivano attivamente allo sviluppo tecnologico italiano attraverso progetti ambiziosi legati ai sistemi operativi real-time.
Innovazioni significative nella progettazione informatica
Alla fine degli anni ‘70 Sandro Osnaghi riuscì finalmente a formare il suo gruppo ideale composto da Clara Mancinelli, Piero Fiorani oltre allo stesso John Lomas; tutti insieme contribuirono allo sviluppo della nuova architettura informatica necessaria per affrontare le sfide future poste dal mercato globale emergente.
L’esperienza accumulata portò poi alla responsabilizzazione diretta nella creazione dei file system necessari per i minicomputer S6000 acquisiti dall’Olivetti tramite Microdata; questo progetto segnó l’inizio della carriera specializzata nell’ambito dello sviluppo software real-time proprio quando stava nascendo MOS .
Le discussioni tecniche avvenute durante viaggi frequenti in California insieme ai consulenti americani Jerry Popek e Charley Kline furono fondamentali nello strutturare quello che sarebbe diventato uno standard nel settore informatico europeo.
Gran parte delle idee emerse durante queste interazioni confluirono poi nel famoso “Palyn Blue Book”, pubblicato nell’agosto 1980 grazie agli sforzi collettivi dello stesso team coinvolto nelle varie fasi progettuali; sebbene alcune parti cruciali rimanessero escluse dal documento finale riguardanti specifiche architetture interne create localmente ad Ivrea sotto supervisione diretta dello staff tecnico presente sul posto.
In sintesi gli sviluppatori italiani dimostrarono grande capacità creativa ed innovativa pur mantenendo sempre alta attenzione verso standard qualitativi richiesti dal mercato internazionale rendendo così possibile far fronte alle sfide tecnologiche imposte dalla concorrenza estera senza mai perdere identità culturale propria radicata profondamente nella tradizione italiana legata all’eccellenza artigianale tipica della produzione industriale nostrana!