Rafael Spregelburd: il potere della recitazione oltre le parole

Rafael Spregelburd esplora nel suo libro come la recitazione trascenda il testo scritto, rivelando l’unicità dell’esperienza teatrale e la distinzione tra realtà scenica e vita quotidiana.
Rafael Spregelburd: il potere della recitazione oltre le parole - Socialmedialife.it

Rafael Spregelburd, noto regista e drammaturgo argentino, ha recentemente condiviso un aneddoto significativo che mette in luce la forza della recitazione rispetto al semplice testo scritto. Questo racconto proviene dal suo libro “Sul mio teatro: Contagio e DISintegrazione”, pubblicato da Cue Press. La sua esperienza sul palco dimostra come l’arte teatrale possa trascendere la realtà quotidiana, portando a riflessioni profonde sulla natura del teatro stesso.

Seguici su Google News

Ricevi i nostri aggiornamenti direttamente nel tuo feed di
notizie personalizzato

Seguici ora

L’importanza della recitazione

Spregelburd sottolinea che la recitazione va oltre l’esecuzione di un copione. Non si tratta semplicemente di ripetere delle parole, ma di esprimere emozioni e sensazioni che possono risultare incomprensibili una volta tradotte nel linguaggio verbale. Durante le sue performance, l’attore vive momenti intensi che sfuggono alla razionalità e alla logica del discorso ordinario. Queste esperienze sono difficili da spiegare dopo lo spettacolo; ciò che avviene sul palco è unico e irripetibile.

Nel suo racconto, Spregelburd menziona il personaggio del commissario Norberto Suardi nella sua opera “La escalera humana”. Qui il commissario mangia cotolette in scena insieme ad altri attori. Questa scelta creativa non solo aggiunge un elemento comico alla tragedia rappresentata, ma permette anche di esplorare il contrasto tra azione scenica e vita reale. L’atto di mangiare diventa così una metafora per illustrare come la recitazione possa essere liberatoria ed estranea alle conseguenze fisiche dell’atto stesso.

Il paradosso delle cotolette

L’aneddoto delle cotolette offre uno spunto interessante per riflettere su come gli attori vivano esperienze diverse rispetto al pubblico durante le rappresentazioni teatrali. Spregelburd racconta di come durante le prove consumasse più cibo rispetto a quanto farebbe normalmente a cena; tuttavia, questo non aveva alcun impatto sulla sua vita quotidiana fuori dal palcoscenico. Le cotolette mangiate in scena non lo saziavano affatto perché appartenevano esclusivamente all’universo teatrale.

Questo fenomeno evidenzia una distinzione fondamentale tra realtà scenica e vita reale: ciò che accade sul palco è frutto dell’immaginazione collettiva degli artisti coinvolti nello spettacolo ed è privo delle conseguenze materiali tipiche della vita quotidiana. Le cotolette diventano quindi simbolo dell’illusione creata dal teatro; esse esistono solo nel contesto dello spettacolo e perdono significato al di fuori di esso.

La dimensione temporale del teatro

Spregelburd introduce anche un concetto affascinante riguardo al tempo nel contesto teatrale: quello definito “tempo planetario multiplo”. Questa idea suggerisce che il tempo vissuto durante uno spettacolo sia differente da quello percepito nella vita reale; esso si piega alle esigenze narrative degli autori e dei registi, creando una dimensione unica dove passato, presente e futuro possono coesistere simultaneamente.

Il teatro offre agli artisti la possibilità di manipolare questa dimensione temporale secondo necessità artistiche o emotive. Scrivere per il palcoscenico implica affrontare sfide legate alla transitorietà del momento presente mentre si cerca di catturare l’essenza umana attraverso storie universali senza tempo.