Achille Costacurta, figlio della famosa attrice Martina Colombari e dell’ex calciatore Alessandro “Billy” Costacurta, ha recentemente rilasciato un’intervista in cui ha aperto il suo cuore riguardo a un passato segnato da difficoltà e sofferenza. Per la prima volta, il giovane parla delle sue esperienze con le droghe, dei problemi legali che lo hanno portato in un istituto penale minorile e del tentativo di suicidio avvenuto quando era solo un adolescente. Oggi, Achille si sente rinato grazie a una nuova vita a Palermo e nutre l’ambizione di aiutare i ragazzi affetti da sindrome di Down.
Un passato turbolento: dalle droghe al tentato suicidio
Nell’intervista rilasciata a Repubblica, Achille non nasconde nulla del suo doloroso percorso. A soli 17 anni si trovava rinchiuso in un centro penale minorile a Parma dopo aver avuto problemi con la giustizia. Durante questo periodo difficile ha affrontato momenti estremamente critici, tra cui un tentativo di togliersi la vita assumendo sette boccette di metadone. “Nessuno sa spiegarsi come io sia ancora vivo,” confessa Achille mentre ricorda quel momento buio della sua esistenza.
La sua esperienza nell’istituto penale è stata segnata da episodi drammatici che hanno contribuito alla sua discesa nei meandri della depressione. Entrato nel centro all’età di 15 anni dopo che alcuni coltelli erano stati trovati nel suo armadietto scolastico, ha vissuto situazioni estreme: “Una volta mi hanno spezzato una sigaretta davanti al viso perché stavo fumando.” Questi eventi lo hanno spinto verso l’uso delle droghe all’età di 18 anni; inizialmente attratto dalla mescalina per gli effetti illusori che prometteva.
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La rinascita lontano da Milano
Dopo aver toccato il fondo, Achille ha deciso che era tempo per lui di cambiare vita. Ha lasciato Milano per trasferirsi a Palermo dove dice finalmente di sentirsi bene e sereno. Qui ha riscoperto valori semplici ma fondamentali: “Ho trovato accoglienza e ho imparato ad apprezzare le piccole cose.” Questa nuova fase della sua vita è caratterizzata dal recupero dei rapporti familiari; ora riesce finalmente a comunicare serenamente con i suoi genitori senza litigi quotidiani.
Achille sottolinea quanto sia importante per lui questa ritrovata armonia familiare: “Se torno tardi li chiamo.” Questo cambiamento non riguarda solo la sfera personale ma anche quella sociale; oggi vive lontano dai clamori mediatici che lo avevano circondato negli anni precedenti.
Progetti futuri: aiutare i ragazzi con sindrome di Down
Guardando al futuro, Achille Costacurta esprime lavoro profondo d’impegnarsi attivamente nella comunità attraverso progetti sociali significativi. In particolare sogna d’aprire un centro dedicato ai ragazzi affetti da sindrome di Down: “Aiutare gli altri mi fa sentire le farfalle nello stomaco.” Questo progetto rappresenterebbe non solo una realizzazione professionale ma anche una forma concreta per restituire alla società ciò che lui stesso ha ricevuto durante il suo percorso verso la guarigione.
La volontà d’Achille è chiara: trasformare le sue esperienze passate in opportunità positive per altri giovani in difficoltà rappresenta uno scopo nobile ed essenziale nella sua nuova vita. Con questo obiettivo ben definito nel cuore, sembra pronto ad affrontare qualsiasi sfida futura possa presentarsi sul cammino verso la realizzazione dei suoi sogni.