Alice Rohrwacher presenta il suo film “La chimera” in Piazza Maggiore il 20 luglio

Alice Rohrwacher presenta il suo film “La chimera” a Bologna, esplorando il conflitto tra sacro e profano attraverso la storia di tombaroli negli anni Ottanta, con un approccio innovativo alla cinematografia.
Alice Rohrwacher presenta il suo film "La chimera" in Piazza Maggiore il 20 luglio - Socialmedialife.it

Domenica 20 luglio, alle ore 21.45, la regista Alice Rohrwacher sarà ospite della manifestazione “Sotto le stelle del cinema” in Piazza Maggiore. L’evento è organizzato da DoDo e offrirà l’opportunità di scoprire il suo ultimo lavoro cinematografico, intitolato “La chimera”. La proiezione del film si inserisce nel contesto di un’iniziativa che celebra la settima arte sotto il cielo estivo bolognese.

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Il racconto di una crescita tra sacro e profano

Alice Rohrwacher ha condiviso con entusiasmo le ispirazioni che hanno portato alla realizzazione de “La chimera”. Cresciuta in un ambiente ricco di storie affascinanti legate a segreti e scoperte archeologiche, la regista ha voluto catturare questa dualità presente nella sua vita. Le serate trascorse nei bar o nelle fraschette della campagna toscana erano spesso popolate da racconti su tombe villanoviane e ritrovamenti misteriosi. Queste narrazioni hanno contribuito a formare una visione complessa del mondo circostante, dove coesistono elementi solari e contemporanei con quelli notturni e misteriosi.

Nel suo racconto, Rohrwacher descrive come bastasse scavare pochi centimetri nel terreno per imbattersi in reperti storici lasciati da mani sconosciute. Questa esperienza ha alimentato la sua curiosità verso i luoghi carichi di storia come stalle o cantine che un tempo potevano essere rifugi o luoghi sacri. La regista sottolinea l’affascinante vicinanza tra vita e morte che ha caratterizzato gli anni della sua crescita: un tema centrale anche nel suo film.

La trama de “La chimera”

“La chimera” narra le avventure di una banda di tombaroli negli anni Ottanta, figure complesse che operano al confine tra sacro e profano. Questi personaggi sono giovani uomini forzuti che decidono di violare tombe etrusche per rivendere oggetti antichi ai ricettatori locali. Non si sentono legati al passato; anzi, cercano una nuova identità attraverso queste azioni audaci.

Rohrwacher esplora così il conflitto interiore dei protagonisti: non sono figli delle generazioni precedenti cresciute rispettando questi luoghi sacri; piuttosto rappresentano una rottura con le tradizioni passate. L’ingenuità degli antichi sepoltori diventa motivo di scherno per loro mentre si addentrano sempre più nel mondo dell’illegalità alla ricerca della propria affermazione personale.

Un approccio innovativo alla cinematografia

Per realizzare “La chimera”, Alice Rohrwacher ha utilizzato tre diversi formati pellicola: 35mm per catturare grandi scene iconografiche; super16mm per momenti narrativi densi ed evocativi; infine 16mm ripreso da cineprese amatoriali per dare un tocco intimo al racconto visivo del film. Questa varietà tecnica permette alla regista non solo di raccontare ma anche di giocare con i tempi narrativi: rallentando o accelerando l’azione secondo necessità.

Il risultato finale è descritto dalla stessa autrice come un arazzo complesso dove ogni filo rappresenta storie diverse ma interconnesse tra loro. Attraverso immagini poetiche ed evocative – come gli uccelli in volo simbolo del destino etrusco – viene messa in luce l’essenza umana universale presente nella storia dei protagonisti.

Con questo progetto ambizioso, Alice Rohrwacher invita lo spettatore a riflettere sulla condizione umana attraverso uno sguardo originale su temi antichi quanto attuali: cosa significa essere parte dell’umanità?