Andrée Ruth Shammah, regista e direttrice del Teatro Franco Parenti di Milano, sarà protagonista dell’evento che riunisce Matteo Renzi e Carlo Calenda. L’incontro si propone di affrontare le complesse dinamiche del conflitto israelo-palestinese, denunciando sia le azioni del governo israeliano guidato da Netanyahu sia il terrorismo di Hamas. In un contesto in cui l’antisemitismo sta emergendo anche in Italia, Shammah sottolinea la necessità di un dialogo costruttivo.
Il paradosso della richiesta dei due popoli
Shammah ha espresso preoccupazione per la crescente dimenticanza riguardo alla realtà storica della regione. “A chi chiede i due popoli e due stati bisogna ricordare che lì uno stato e un popolo ci sono già,” ha dichiarato. La regista mette in evidenza come molti ignorino che per gran parte dei paesi arabi Israele non appare nemmeno sulla mappa. Durante vari convegni con figure significative della cultura palestinese, è emersa una proposta controversa: tornare al 1947, prima della creazione dello Stato di Israele.
Questa posizione ha sollevato interrogativi su come si possa realmente promuovere la pace se non si riconosce l’esistenza attuale degli stati coinvolti nel conflitto. La direttrice del teatro milanese invita a riflettere sul fatto che ogni giorno aumenta il numero delle persone che sembrano dimenticare questa realtà complessa.
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Critiche al clima politico attuale
Dopo gli eventi drammatici del 7 ottobre scorso, Shammah ha ricevuto critiche aspre da parte delle frange più estremiste per aver dato voce a posizioni considerate “sioniste”. “Il sionismo è semplicemente riconoscere il diritto all’esistenza di Israele,” afferma la regista, suggerendo che dietro all’antisionismo spesso si nasconde antisemitismo vero e proprio.
L’incontro organizzato da Renzi e Calenda rappresenta quindi uno spazio aperto al dialogo piuttosto che a una polarizzazione politica estrema. Secondo Shammah, è fondamentale discutere senza schierarsi rigidamente tra tifoserie opposte; questo approccio potrebbe portare a una maggiore comprensione reciproca tra le diverse posizioni politiche.
Manifestazioni contro l’antisemitismo
Shammah osserva con preoccupazione come nel 2025 ci siano manifestazioni contro Netanyahu accompagnate da slogan antisemiti come “Fuori gli ebrei dall’Italia.” Questo fenomeno evidenzia un problema più ampio legato alla crescita dell’odio antisemita anche in contesti dove dovrebbe prevalere il rispetto reciproco.
La direttrice sottolinea inoltre quanto sia strano vedere bandiere palestinesi sventolare durante celebrazioni storiche italiane mentre i membri della Brigata Ebraica devono essere scortati dalle forze dell’ordine per poter sfilare senza timore. Queste situazioni mettono in luce una divisione culturale profonda all’interno della società italiana riguardo alla questione israelo-palestinese.
La divisione nella sinistra italiana
La manifestazione organizzata stasera da Shammah contrasta nettamente con quella prevista domani a Roma dal Pd, M5S ed Avs. Questa divisione mette in evidenza le difficoltà interne alla sinistra nell’affrontare questioni delicate come l’antisemitismo o le derive estremiste legate al conflitto mediorientale.
Secondo Shammah sarebbe stata necessaria una condanna esplicita degli estremismi nella piattaforma politica presentata dalla sinistra italiana; ciò avrebbe potuto dimostrare una maggiore apertura verso tutte le problematiche legate al conflitto israelo-palestinese senza cadere nel rischio di semplificazioni o silenzi imbarazzanti su altre crisi internazionali meno discusse nei media italiani oggi.