La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un pacchetto legislativo noto come “Big Beautiful“, fortemente voluto dall’ex presidente Donald Trump. Il voto, avvenuto dopo una notte di discussioni accese, ha visto una maggioranza risicata di 215 voti a favore contro 214 contrari. Questo risultato mette in evidenza le profonde divisioni all’interno del partito repubblicano, che si trova ad affrontare sfide significative sia interne che esterne.
Divisioni interne al partito repubblicano
Il voto sulla legge sul budget ha rivelato le fratture presenti nel Gop. Diverse defezioni hanno contribuito a rendere il risultato così incerto. Tra i deputati che hanno votato contro ci sono Warren Davidson e Thomas Massie, noti per le loro posizioni fiscali rigorose. La loro scelta di unirsi ai democratici è stata emblematicamente significativa, soprattutto considerando che il gruppo dei dem era già ridotto a causa dell’assenza di tre membri.
Le tensioni non si sono limitate solo ai votanti contrari; anche all’interno della maggioranza ci sono stati episodi degni di nota. Thomas Massie ha optato per un’astensione strategica, mentre Andrew Garbarino non è riuscito a esprimere il proprio voto perché si sarebbe addormentato durante la sessione. Questi eventi suggeriscono un clima teso e complesso tra i membri del partito, con alcuni rappresentanti preoccupati delle conseguenze politiche delle loro scelte.
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Misure previste dalla legge sul budget
Il pacchetto legislativo mira a realizzare tagli alla spesa pubblica per un totale di 1,5 miliardi di dollari. Le proposte più controverse riguardano modifiche significative al programma Medicaid e l’introduzione di nuovi requisiti lavorativi per accedere ai benefici sociali dal 2027. I critici temono che queste misure possano avere effetti devastanti sulle famiglie a basso reddito già vulnerabili.
In aggiunta alle modifiche al welfare, la legge prevede anche l’eliminazione degli incentivi fiscali green introdotti dall’amministrazione Biden attraverso l’Inflation Reduction Act del 2022. Questa decisione segna una netta inversione rispetto alle politiche ambientali precedenti e riflette una visione diversa su come affrontare le questioni legate al cambiamento climatico.
Un’altra misura controversa è rappresentata dagli “assegni Trump“, pari a mille dollari per ogni bambino nato negli Stati Uniti; questa iniziativa mira ad incentivare la natalità ma viene vista da molti come uno strumento propagandistico piuttosto che come una reale soluzione ai problemi economici delle famiglie americane.
Preoccupazioni sul debito pubblico
Gli esperti della Wharton School of Business hanno espresso preoccupazioni riguardo all’impatto potenziale della nuova legge sul deficit nazionale, stimando un aumento fino a 4 trilioni di dollari entro il 2034 se tutte le misure verranno implementate senza ulteriori restrizioni o tagli significativi alla spesa pubblica.
Questa situazione sta attirando l’attenzione delle agenzie di rating creditizio statunitensi, già pronte a rivedere l’affidabilità del credito americano in seguito all’aumento vertiginoso del debito pubblico causato dalle recenti politiche fiscali adottate dal governo Trump. Le turbolenze sui mercati finanziari stanno aumentando con timori legati alla stabilità economica futura degli Stati Uniti.
Prossimi passi legislativi
Ora la proposta passa al Senato dove i repubblicani detengono una lieve maggioranza con 53 senatori su 100; tuttavia dovranno confrontarsi con diverse sensibilità interne riguardo alle misure da adottare nel bilancio federale. Alcuni senatori come Rand Paul chiedono ulteriori riduzioni della spesa pubblica mentre altri membri più moderati vogliono mantenere sussidi vitali per settori specifico nei propri stati d’origine.
È probabile quindi che il disegno venga modificato prima dell’approvazione finale attraverso processi negozialmente complessi tra Camera e Senato; ciò potrebbe portare ad ulteriormente ritardi nell’attuazione delle nuove norme finanziarie proposte da Trump dopo mesi caratterizzati da stallo politico e decreti esecutivi contestati in tribunale.