Nel 2024, l’età media di pensionamento in Italia ha raggiunto i 64,8 anni, un incremento rispetto ai 64,2 anni del 2023. Questo dato emerge dal Rapporto annuale dell’Istituto nazionale di previdenza sociale , che evidenzia anche le persistenti disuguaglianze tra uomini e donne nel sistema pensionistico. Le informazioni fornite dai dirigenti dell’Inps mettono in luce non solo l’aumento dell’età media per il pensionamento ma anche le differenze significative nelle prestazioni economiche percepite dai due sessi.
L’evoluzione dell’età media di pensionamento
L’incremento dell’età media di uscita dal lavoro è principalmente attribuibile dalla stretta sulle pensioni anticipate. Con l’introduzione del calcolo contributivo per coloro che accedono a Quota 103 , si è registrato un cambiamento significativo nella struttura delle uscite dal mercato del lavoro. Inoltre, gli incentivi per la permanenza al lavoro hanno contribuito a questo aumento.
Attualmente, l’età media per andare in pensione di vecchiaia si attesta a 67,2 anni mentre quella per le uscite anticipate è fissata a circa 61,6 anni. Questi dati riflettono una tendenza verso il prolungamento della vita lavorativa degli italiani, influenzata da fattori economici e normativi.
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Disuguaglianza nelle prestazioni tra uomini e donne
Il rapporto mette in evidenza come la disparità tra i redditi delle pensioni maschili e femminili sia ancora marcata. Nel corso del 2024, gli uomini hanno ricevuto una pensione mensile media pari a €2.142,60; al contrario, le donne hanno percepito mediamente €1.594,82 al mese. Questa differenza rappresenta un divario del 34%, segno tangibile delle disuguaglianze persistenti nel sistema previdenziale italiano.
Nonostante le donne costituiscano il 51% dei circa 16 milioni di pensionati italiani – con oltre otto milioni appartenenti al sesso femminile – esse ricevono solo il 44% dei redditi totali erogati dall’Inps . La crescita complessiva degli importi medi mensili dei redditi da pensione ha visto un incremento del +4% rispetto all’anno precedente.
Tipologie di prestazioni erogate dall’Inps
Nel corso del medesimo anno sono state liquidate nuove prestazioni previdenziali ed assistenziali dall’Inps con una crescita significativa pari al +4,5%. In totale sono stati emessi quasi 1 milione e mezzo di nuovi trattamenti previdenziali ed assistenziali; più della metà riguardano prestazioni previdenziali mentre il restante concerne quelle assistenziali.
Gli importi medi mensili delle diverse tipologie mostrano chiaramente come le prestazioni previdenziali siano più elevate: quelle relative alle anticipazioni o anzianità raggiungono infatti i €2.133 mensili rispetto ai €1.021 delle vecchie generazioni o ai €855 destinati ai superstiti; queste ultime risultano essere prevalentemente assegnate alle donne che rappresentano l’87% dei beneficiari in questa categoria.
La disparità continua ad emergere anche nei trattamenti assistenziali dove gli importi medi si attestano intorno ai €502 mensili; qui la maggioranza degli assegni sociali viene nuovamente distribuita fra la popolazione femminile con percentuali superiori rispetto agli uomini.
Questi dati offrono uno spaccato chiaro sulla situazione attuale delle pensioni italiane mostrando non solo quanto sia importante affrontare queste disuguaglianze ma anche come stiano evolvendo nel tempo sotto diversi aspetti socio-economici.