Il 14 luglio 2025, Bitcoin ha toccato un nuovo record storico superando per la prima volta i 120mila dollari, arrivando a un picco di 122.571 dollari. Sebbene durante la giornata ci sia stata una leggera flessione, chiudendo a 121.952 dollari con un incremento del 2,4%, questo rally è il risultato di diversi fattori che hanno spinto la criptovaluta verso l’alto. Tra questi emerge il supporto esplicito da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha alimentato una crescente domanda da parte degli investitori istituzionali e accresciuto le aspettative di guadagni futuri.
L’importanza dell’aspetto politico
L’attuale contesto politico gioca un ruolo cruciale nella legittimazione di Bitcoin come asset finanziario negli Stati Uniti. Negli ultimi mesi si è assistito a una trasformazione della percezione della criptovaluta: da semplice strumento speculativo a potenziale riserva strategica nazionale. Questa evoluzione sta attirando l’attenzione delle autorità statunitensi e dei membri del Congresso.
La settimana corrente è stata definita “crypto week” poiché sono in discussione diverse proposte legislative destinate a fornire maggiore chiarezza normativa al settore delle criptovalute. Una delle principali iniziative in esame è il Genius Act, che mira a stabilire regole federali specifiche per le stablecoin e altri asset digitali. Questi sviluppi legislativi potrebbero avere un impatto significativo sul futuro della regolamentazione delle criptovalute negli Stati Uniti e sulla loro integrazione nel sistema finanziario tradizionale.
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L’evoluzione dell’approccio degli investitori istituzionali
Fino a pochi anni fa, Bitcoin era visto con scetticismo dalle grandi istituzioni finanziarie come banche e fondi pensione; considerato troppo rischioso e volatile per essere incluso nei loro portafogli d’investimento. In quel periodo, gli investimenti erano prevalentemente concentrati in contanti o obbligazioni governative sicure mentre Bitcoin era relegato agli investitori privati o alle startup tecnologiche.
Un cambiamento significativo si è verificato con l’approvazione dei primi fondi di investimento legati al Bitcoin negli Stati Uniti nel gennaio del 2024. Questi fondi noti come ETF hanno reso possibile per le banche e i fondi pensione investire in Bitcoin senza dover gestire direttamente la criptovaluta stessa. Prima dell’introduzione di questi strumenti finanziari “tradizionali”, non esisteva alcuna opzione accessibile agli investitori istituzionali interessati ad entrare nel mercato delle criptovalute.
Con l’accessibilità offerta dagli ETF, ora gli investitori possono acquistare quote come se fossero azioni normali; questo ha aperto le porte all’afflusso di trilioni di dollari provenienti dal capitale istituzionale verso il mercato delle criptovalute. I dati recenti parlano chiaro: solo il 10 luglio scorso sono stati registrati flussi record pari a ben 1,18 miliardi di dollari diretti verso questi strumenti d’investimento legati al Bitcoin.
Questa nuova dinamica sta contribuendo non solo alla crescita continua del valore della criptovaluta ma anche alla sua accettazione sempre più ampia all’interno dei circuiti finanziari tradizionali.