Nel corso del 2025, quasi mezzo miliardo di euro in crediti d’imposta legati a ristrutturazioni e bonus casa sono stati bloccati. Nonostante le misure adottate dal Governo tra il 2023 e il 2024 per frenare la crescita dei conti pubblici, gli effetti delle cessioni di crediti edilizi continuano a manifestarsi. L’Agenzia delle Entrate ha intensificato le attività di verifica, rendendo questo tema centrale nel piano anti-evasione.
Crediti accumulati tra il 2020 e il 2024
Tra il 2020 e il 2024, i crediti generati da cessioni e sconti in fattura hanno raggiunto un totale impressionante di circa 229 miliardi di euro. Questi importi non vengono spesi tutti in una volta; seguono un meccanismo annuale che prevede rateizzazioni quando vengono inseriti nei moduli F24. Nel solo anno corrente fino alla fine di maggio, sono stati spesi circa 26 miliardi di euro. Questa cifra è principalmente attribuibile al superbonus, ma include anche altre agevolazioni come l’ecobonus, il sismabonus e l’ex bonus facciate. A confronto con l’anno precedente, dove la spesa era stata pari a ben 42 miliardi di euro, si nota una certa diminuzione.
Frodi nel settore edilizio
Nonostante i controlli più rigorosi da parte dell’Agenzia delle Entrate per prevenire frodi legate ai bonus casa, continuano ad emergere casi significativi. Le frodi possono variare da cantieri inesistenti a operazioni simulate o fatture gonfiate. Vincenzo Carbone, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha dichiarato che dal fine del 2021 è stata avviata un’attività sistematica per monitorare le comunicazioni relative alle cessioni dei crediti derivanti da interventi edilizi e risparmio energetico. Questo approccio preventivo si è dimostrato efficace: attraverso oltre novantaduemila controlli mirati sono stati bloccati utilizzi indebiti per oltre sette miliardi.
Crescita dei blocchi negli ultimi anni
L’evoluzione dei numeri relativi ai blocco operati dall’Agenzia delle Entrate è sorprendente. Tra il periodo del 2022 al 2024 si registra una crescita esponenziale nelle comunicazioni rifiutate: dai quindici mila rifiuti nel primo anno ai quasi quarantamila nel terzo anno consecutivo della rilevazione. In totale questi blocchi hanno comportato un valore economico pari a sette miliardi di euro durante quel triennio.
Il dato interessante è che anche nel corso del corrente anno non sembra esserci stata una diminuzione nell’intensità dei controlli o nei relativi blocchi previsti dalle normative vigenti sul trasferimento dei crediti d’imposta; anzi ci sono già state segnalazioni su nove mila duecentottantatre cessioni stoppate per un valore superiore ai quattrocentoventitre milioni di euro fino ad ora registrato.
Questa situazione continua quindi ad alimentare dibattito sulla gestione degli incentivi fiscali legati all’edilizia ed evidenzia la necessità costante della vigilanza fiscale in questo ambito così delicato ed economicamente rilevante.