Difesa europea: Giorgia Meloni fissa la linea per l’Italia in vista del vertice Nato

Giorgia Meloni ribadisce l’importanza di un approccio unitario nella difesa europea, preparando l’Italia a rispettare gli impegni con la NATO e affrontando le pressioni degli Stati Uniti per aumentare la spesa militare.
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Giorgia Meloni ha chiarito la posizione dell’Italia riguardo alla difesa europea durante una riunione a Palazzo Chigi, sottolineando l’importanza di un approccio unitario e senza tentennamenti. In un contesto di crescente pressione da parte degli Stati Uniti, in particolare da Donald Trump, il governo italiano si prepara a rispettare gli impegni con gli alleati, evitando divisioni interne.

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La riunione a Palazzo Chigi

Ieri, Giorgia Meloni ha convocato una riunione ristretta con i principali membri del governo per discutere della strategia italiana in materia di difesa. Presenti al tavolo i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro della Difesa Guido Crosetto e il titolare delle imprese Adolfo Urso. Durante l’incontro è emersa la necessità di mantenere una posizione coesa all’interno della maggioranza governativa riguardo agli impegni presi con gli alleati.

Meloni ha espresso chiaramente che non tollererà posizioni divergenti sulla questione della spesa militare. Ha avvertito che frasi come «meno armi e più ospedali» non devono più essere pronunciate dai membri del suo governo. L’obiettivo è quello di garantire che l’Italia rispetti le sue promesse senza compromettere il consenso politico interno.

La discussione si è svolta alla vigilia del summit dei ministri della Difesa Nato previsto oggi a Bruxelles. Questo incontro rappresenta un’opportunità cruciale per definire la linea d’azione che Crosetto dovrà seguire nei colloqui con i suoi omologhi internazionali.

Le richieste degli Stati Uniti

A meno di due settimane dal vertice Nato all’Aia, le pressioni da parte degli Stati Uniti sono aumentate significativamente. Donald Trump ha richiesto agli alleati europei un incremento delle spese per la difesa fino al 5% del PIL nazionale. Questa richiesta va oltre semplicemente investimenti in armamenti; include anche infrastrutture critiche e cybersecurity.

Il tono ultimativo delle parole di Trump preoccupa molti leader europei poiché potrebbe portare a tensioni all’interno dell’Alleanza atlantica se non vengono soddisfatte queste aspettative elevate. Attualmente solo 22 dei 32 membri Nato raggiungono la soglia minima del 2% prevista dagli accordi precedenti.

In questo contesto delicato, Meloni intende affrontare direttamente le sfide poste dal summit previsto per fine giugno. L’accordo auspicato punta ad aumentare gradualmente le spese fino al 3,5%, considerato un compromesso accettabile dalle nazioni coinvolte nel dialogo attuale.

Obiettivi strategici italiani

Durante l’incontro a Palazzo Chigi è emerso anche un piano strategico su come gestire questa transizione verso obiettivi più ambiziosi nella spesa militare italiana. Secondo fonti presenti alla riunione, Meloni ha suggerito che sarebbe opportuno cercare di diluire questo aumento percentuale su dieci anni anziché sette come proposto inizialmente dalla Nato.

L’Italia potrebbe collaborare con altri Paesi europei in difficoltà economica simili come Canada e Spagna per ottenere maggiore flessibilità nelle scadenze previste dall’alleanza atlantica. Inoltre, durante il bilaterale recente tra Meloni e Macron è stato discusso come Roma e Parigi possano lavorare insieme su queste questioni cruciali per rafforzare sia le loro posizioni politiche sia quelle economiche nel contesto europeo.

Infine, riguardo al restante 1,5% necessario per raggiungere l’obiettivo imposto dagli americani sul totale delle spese militari italiane rispetto al PIL nazionale, Meloni sta valutando opzioni flessibili includendo varie voci di bilancio legate alla protezione civile o alle politiche migratorie così da rendere più sostenibile questa transizione finanziaria nel lungo termine mentre Crosetto si prepara ad affrontare ulteriormente questi temi oggi stesso a Bruxelles.

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