Eva Mikula racconta la sua verità su Belve Crime: “Voglio scuse, sono una vittima”

Eva Mikula, ex fidanzata di Fabio Savi della Banda della Uno Bianca, racconta la sua esperienza in un’intervista su Rai 2, affrontando temi di vittimizzazione e responsabilità.
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Eva Mikula, ex fidanzata di Fabio Savi, uno dei membri della Banda della Uno Bianca, sarà ospite nella prima puntata dello spin-off “Belve Crime”, in onda martedì 10 giugno 2025 su Rai 2. Durante l’intervista con Francesca Fagnani, Mikula offrirà un racconto personale e controverso sulla sua esperienza legata a uno dei gruppi criminali più noti d’Italia.

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L’intervista di Eva Mikula a Belve Crime

Nella prima puntata di “Belve Crime”, Eva Mikula si confronterà con Francesca Fagnani per discutere la sua vita accanto a Fabio Savi e il suo coinvolgimento con la Banda della Uno Bianca. Questa organizzazione è tristemente famosa per aver commesso atti violenti tra il 1987 e il 1994, causando la morte di 24 persone e ferendone altre 114. Le anticipazioni dell’intervista rivelano che Mikula si considera una vittima del gruppo criminale piuttosto che una complice.

Mikula ha affermato che le sue dichiarazioni hanno contribuito all’arresto della banda. Tuttavia, Fagnani ha messo in evidenza come le sue parole siano arrivate solo dopo l’arresto del gruppo nel novembre del ’94. Questo aspetto ha sollevato interrogativi sulla tempistica delle sue rivelazioni e sul perché non sia stata accettata nell’Associazione vittime nel 2015.

Durante l’intervista, Eva ha espresso frustrazione per gli insulti ricevuti negli ultimi trent’anni e ha chiesto scuse ai familiari delle vittime. Ha sottolineato che avrebbe potuto raccontare la sua verità anche partecipando a programmi televisivi come “La Talpa”, ma ha scelto di non farlo per rispetto verso i familiari delle persone uccise dalla banda.

La storia personale di Eva Mikula

Eva Mikula è stata legata sentimentalmente a Fabio Savi per due anni. Al momento dell’arresto di Savi nel novembre del ’94, era presente insieme a lui in un Autogrill vicino al confine con l’Austria. Le autorità hanno considerato le testimonianze fornite da Mikula fondamentali per completare le indagini sul caso della Banda della Uno Bianca.

Nonostante fosse consapevole delle attività criminose del suo compagno, gli investigatori hanno stabilito che non fosse complice diretto degli atti violenti perpetrati dal gruppo. Per questo motivo fu condannata solo a una pena lieve: quattordici mesi di reclusione per uso illecito di documenti falsi e possesso illegale d’arma da fuoco.

Nel complesso, la Banda colpì numerose volte durante gli anni ’80 e ’90; i loro obiettivi principali erano i caselli autostradali dove effettuavano rapine notturne ben pianificate. Il colpo più noto avvenne il 4 gennaio del ’91 quando uccisero senza pietà una pattuglia dei Carabinieri nel quartiere Pilastro di Bologna.

Riflessioni finali sull’impatto mediatico

L’apparizione di Eva Mikula su “Belve Crime” rappresenta un momento significativo nella narrazione pubblica riguardante la Banda della Uno Bianca ed offre uno spaccato umano su eventi drammaticamente noti in Italia. La scelta dell’emittente Rai2 potrebbe suscitare dibattiti accesi tra opinione pubblica e familiari delle vittime riguardo alla responsabilità individuale nei confronti degli attacchi subiti dalle famiglie coinvolte negli eventi tragici degli anni passati.

Mikula sembra intenzionata ad affrontare questi temi delicati direttamente nella trasmissione; ciò potrebbe portare alla luce nuove prospettive sulle conseguenze psicologiche vissute da chi è stato vicino ai membri della banda senza essere direttamente implicato nei crimini stessi.

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