Fermo: tensioni politiche dopo la mozione sull’interruzione volontaria di gravidanza

A Fermo, la mozione sull’interruzione volontaria di gravidanza ha scatenato divisioni nella maggioranza, portando a un’assenza di numero legale e a tensioni politiche significative all’interno del consiglio comunale.
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A Fermo, la situazione politica si fa incandescente a seguito di una mozione presentata da La città che vogliamo, sostenuta anche da alcuni consiglieri di maggioranza e opposizione, riguardante l’interruzione volontaria di gravidanza . La discussione ha portato a un’assenza di numero legale e ha messo in evidenza le fratture all’interno della maggioranza. Questo evento segna un punto critico per l’amministrazione comunale.

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Il contesto della mozione

La mozione in questione è stata presentata durante il consiglio comunale dello scorso giovedì ed è focalizzata sull’applicazione della delibera Aifa riguardante l’accesso all’IVG farmacologico nelle Marche. Inoltre, richiede il potenziamento dei consultori pubblici e la piena attuazione della legge 194. I promotori dell’iniziativa sono i consiglieri Savino Febi, Manolo Bagalini e Nicola Pascucci de La città che vogliamo, insieme ad altri membri del consiglio come Stefano Faggio e Gionata Borraccini.

Il tema dell’interruzione volontaria di gravidanza è sempre delicato e suscita opinioni contrastanti tra i vari gruppi politici. Durante la discussione sulla mozione, diversi consiglieri hanno iniziato a lasciare l’aula, creando confusione sul numero legale necessario per proseguire con le votazioni. Questo abbandono ha sollevato interrogativi sulle reali posizioni dei membri della maggioranza rispetto alla questione.

Le reazioni interne alla maggioranza

Dopo il tumulto in aula, La città che vogliamo ha rilasciato una nota ufficiale esprimendo preoccupazione per le “incomprensioni” all’interno della maggioranza stessa. Hanno dichiarato che c’è una crescente distanza tra loro e gli altri membri del consiglio comunale, culminando nella decisione di uscire dalla coalizione governativa.

L’uscita dal gruppo rappresenta un ulteriore passo verso lo strappo definitivo con gli alleati politici. Questa situazione non solo mette in discussione l’unità interna ma potrebbe anche influenzare le future dinamiche politiche nella città marchigiana.

L’importanza del numero legale

Durante la seduta consiliare si è verificata una richiesta formale da parte del consigliere Alessandro Bargoni per verificare il numero legale presente in aula. Con questo gesto ha voluto sottolineare quanto fosse fondamentale avere un quorum adeguato per discutere temi così rilevanti come quello dell’IVG. Dopo aver constatato l’assenza necessaria al proseguimento dei lavori consiliari – solo 16 presenti compreso il sindaco – Bargoni ha chiesto il ritiro immediato della mozione.

Questa azione ha interrotto i lavori consiliari ed evidenziato ulteriormente le divisioni interne al governo locale. Nonostante ciò che era emerso durante le riunioni pre-consiliari dove sembrava esserci consenso su alcuni punti fondamentali riguardanti questa tematica sensibile.

Commento finale delle autorità locali

Il sindaco Paolo Calcinaro si è detto dispiaciuto per quanto accaduto ma non sorpreso dalla rottura avvenuta nel corso delle ultime settimane; aveva infatti percepito segnali premonitori rispetto ai dissidi interni alla sua amministrazione proprio nel periodo antecedente alle elezioni regionali e comunali previste nei prossimi mesi.

Calcinaro sottolinea anche come ci sia ancora compattezza tra i restanti membri della maggioranza rimasti dopo queste defezioni significative; tuttavia resta da vedere quali saranno gli sviluppi futuri in questa situazione già complessa dal punto di vista politico locale.

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