Il festival del nuovo teatro ha ospitato un’importante tavola rotonda intitolata “Biennale ’75 – ’25: cinquant’anni di nuovo teatro“, che ha riunito figure storiche del panorama teatrale. L’incontro, condotto da Andrea Porcheddu, assistente alla direzione artistica di Willem Dafoe, ha offerto uno sguardo profondo sull’evoluzione e il significato del teatro negli ultimi cinquant’anni.
Un incontro tra storia e contemporaneità
La tavola rotonda si è rivelata un momento cruciale per riflettere sul passato e sul futuro del teatro. Tra i relatori figuravano nomi illustri come Eugenio Barba dell’Odin Teatret, Satyamo Hernandez, Toby Marshall, Chris Torch ed Edward Buffalo Bromberg. Questi artisti hanno condiviso le loro esperienze legate a “The Legacy of Cain“, una performance itinerante che nel 1975 animò le piazze di Venezia. La presenza di Richard Schechner, noto studioso di teatro orientale e teorico del teatro interculturale, ha ulteriormente arricchito il dibattito.
Thomas Richards, erede principale del Workcenter fondato da Jerzy Grotowski, ha portato la sua visione sulla continuità dell’eredità teatrale. Inoltre, allievi storici come Sandra Toffolati e Giorgio Sangati hanno presentato un laboratorio dedicato all’impatto artistico lasciato dal loro maestro Luca Ronconi. Julia Varley dell’Odin Teatret ha chiuso l’incontro con una riflessione significativa su come il passato possa influenzare il presente.
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La memoria teatrale attraverso una prospettiva di genere
Julia Varley ha messo in luce l’importanza della memoria nel contesto teatrale contemporaneo. Durante il suo intervento alla tavola rotonda si è concentrata sul ruolo delle donne nella costruzione della storia teatrale: «Ho capito che per costruire la storia del teatro delle donne dobbiamo parlare con una lingua personale». Questa affermazione sottolinea l’importanza dell’intuizione femminile nell’arte scenica.
Varley sostiene che l’intuizione rappresenta un tipo d’intelligenza corporea; essa permette agli artisti di reagire immediatamente senza dover passare attraverso processi concettuali complessi. Questo approccio diretto al fare arte sembra essere in linea con le tendenze attuali nel mondo dello spettacolo dove sempre più voci femminili emergono con forza.
L’approccio innovativo nella regia contemporanea
Anche Elizabeth LeCompte è intervenuta durante la discussione parlando della sua esperienza con “Symphony of Rats“, uno spettacolo diretto insieme a Kate Valk per il Wooster Group. LeCompte ha spiegato come abbia scelto un approccio radicalmente diverso rispetto al testo originale scritto da Richard Foreman: «Essendo io un’artista visuale non potevo lavorare con parole che per me erano troppo astratte».
Questa scelta evidenzia la necessità degli artisti contemporanei di trovare modi concreti per esprimere idee complesse attraverso forme artistiche diverse dalla parola scritta tradizionale. Parte dei dialoghi sono stati trasformati in versi proprio per rendere più accessibile e immediata l’esperienza scenica al pubblico.
L’incontro si è quindi rivelato non solo una celebrazione dei cinquant’anni trascorsi ma anche uno spazio fertile dove esplorare nuove direzioni artistiche nel campo teatrale moderno.