Il 10 luglio 2025, Jang Bobo, noto trafficante di droga e considerato uno dei principali esponenti della malavita cinese a Prato, è stato arrestato dalla polizia. Tuttavia, durante le operazioni di identificazione in questura, è riuscito a liberarsi dalle manette e a fuggire. Questo episodio ha suscitato preoccupazione tra le autorità locali e ha messo in luce alcune criticità nella gestione della sicurezza.
La fuga di Jang Bobo
Jang Bobo è stato intercettato mentre si trovava in possesso di mezzo chilo di droga sintetica, tra cui shaboo e ketamina. Oltre alla sostanza stupefacente, gli agenti hanno rinvenuto diverse migliaia di euro in contante e un passaporto taiwanese. Dopo l’arresto avvenuto nel centro città da parte della squadra mobile pratese, il traffico internazionale è stato portato presso la questura per ulteriori accertamenti.
Durante queste operazioni burocratiche necessarie al riconoscimento dell’identità del sospetto, Jang Bobo ha compiuto un gesto sorprendente: si è liberato delle manette che lo trattenevano. Con una prontezza che ha sorpreso gli agenti presenti nella stanza, il narcotrafficante ha approfittato del momento per darsi alla fuga nei corridoi della questura. Nonostante i tentativi degli agenti di fermarlo immediatamente, l’uomo è riuscito a svanire nel nulla.
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La procura locale ha commentato l’accaduto evidenziando come la fuga sia stata facilitata dall’inadeguatezza degli organici disponibili presso la squadra mobile pratese. Questa situazione mette in evidenza non solo le difficoltà operative delle forze dell’ordine ma anche la complessità delle indagini contro organizzazioni criminali ben radicate sul territorio.
Chi è Jang Bobo
Jang Bobo non è un nome nuovo alle cronache giudiziarie italiane; infatti risulta essere uno dei più noti spacciatori orientali attivi nel Paese ed era già stato condannato più volte per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti. Le sue attività illegali sono state oggetto d’indagine da parte delle autorità competenti già dal 2024 quando fu trovato in possesso non solo di metanfetamina ma anche armi letali.
In particolare durante una perquisizione avvenuta il 2 febbraio 2024 mentre era sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria sono stati rinvenuti circa 20 grammi della suddetta sostanza insieme ad un arsenale impressionante: una pistola semiautomatica calibro .45 con proiettili inseriti nell’arma stessa e vari coltelli ed armi bianche tra cui machete e pugnali.
Le indagini condotte su Jang hanno rivelato numerosi contatti con altri membri della malavita cinese attiva sul territorio nazionale; questo lo colloca come figura centrale nelle dinamiche dello spaccio nella zona toscana.
L’arresto precedente
L’arresto recente segue una serie complessa d’interventi legali nei confronti dello stesso soggetto che avevano visto la Procura richiedere misure cautelari più severe rispetto a quelle inizialmente imposte dal Giudice per le indagini preliminari nel febbraio del 2024. In quell’occasione fu disposta solamente la misura del foglio di via dalle province limitrofe senza alcuna detenzione carceraria effettiva.
Tuttavia questa decisione fu successivamente impugnata dalla procura pratese che ottenne finalmente l’applicazione del carcere dal Tribunale del Riesame fiorentino; tale provvedimento diventò definitivo solo pochi giorni prima dell’arresto avvenuto il 10 luglio scorso ma intanto Jang era riuscito a scomparire nuovamente dai radar delle forze dell’ordine fino al suo ritrovamento recente.
La sua evasione rappresenta quindi non solo un fallimento operativo ma anche un campanello d’allarme sulla necessità urgente d’interventi mirati volti al rafforzamento delle misure preventive contro figure così influenti all’interno della criminalità organizzata presente sul territorio italiano.