Gerry Mulligan: il live del 1992 riporta alla luce un grande sassofonista jazz

Il disco dal vivo di Gerry Mulligan del 1992, registrato a Bologna, mette in luce la sua evoluzione artistica e la ricchezza del suo repertorio jazz, nonostante le critiche sulla sua carriera post-anni d’oro.
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L’uscita del disco dal vivo di Gerry Mulligan, registrato nel 1992, offre l’opportunità di riconsiderare la carriera di questo straordinario musicista jazz. Nonostante il suo percorso artistico post-anni d’oro sia spesso trascurato, questo album evidenzia la ricchezza e la complessità della sua musica. Il concerto è stato registrato a Bologna e presenta una formazione classica con pianoforte, contrabbasso e batteria.

La carriera di Gerry Mulligan dopo gli anni d’oro

Dopo lo scioglimento della Concert Jazz Band nel 1963, molti critici hanno notato un cambiamento nel suono e nello stile di Mulligan. Questo periodo è segnato dalla malattia della sua compagna Judy Holliday, che si concluse tragicamente con la sua morte nel 1965. Tuttavia, già negli anni successivi al suo ingresso nella scena musicale con il quartetto di Dave Brubeck nel 1968, Mulligan ha mostrato segni di una nuova vitalità espressiva.

Il ritorno come leader avviene con l’album “The Age of Steam” del 1971. Da quel momento in poi, il suo approccio alla composizione diventa sempre più personale e distintivo. Il sassofonista baritonale riesce a fondere elementi diversi del jazz in uno stile sincretico che riflette le sue esperienze musicali passate. La maturità artistica raggiunta da Mulligan si traduce in un sound unico capace di abbracciare influenze popolare e folk senza mai perdere la propria identità.

L’esperienza live: repertorio e interpretazione

Il concerto registrato a Bologna presenta un repertorio variegato che include brani iconici come “Take the ‘A’ Train” insieme ad alcuni classici firmati da Mulligan stesso come “Line for Lyons” e “Walkin’ Shoes“. Questi pezzi vengono eseguiti all’interno della struttura tipica dei quartetti mainstream dell’epoca; tuttavia non mancano momenti in cui gli artisti si lasciano andare a scambi improvvisativi che arricchiscono le performance.

Un momento particolarmente toccante è l’esecuzione di “My Funny Valentine“, dove il pianista Harold Danko riesce ad allontanarsi dal suo abituale manierismo per offrire una versione intensa ed evocativa del brano. Inoltre, alcune delle composizioni più recenti estratte dall’album “Lonesome Boulevard” dimostrano quanto sia ancora attuale lo stile compositivo di Mulligan.

Tra queste spicca “Midas Lives”, presentata qui per la prima volta dal vivo; questa traccia mette in risalto una malinconia profonda tipica dello stile maturo dell’artista ed evidenzia ulteriormente le sue capacità interpretative.

Un doppio cd ricco ma non sempre essenziale

La decisione del produttore di pubblicare l’intero concerto su due CD potrebbe sembrare discutibile agli ascoltatori più critici; molti avrebbero preferito un formato singolo contenente solo i momenti migliori delle esibizioni. Tuttavia questa scelta riflette anche il desiderio degli appassionati per documentazioni complete delle performance storiche dei loro musicisti preferiti.

Sebbene ci siano sezioni meno incisive durante le quali i musicisti si dilungano oltre misura nei loro scambi improvvisativi, ciò non intacca significativamente l’impatto generale dell’album. Le gemme musicali presenti testimoniano comunque la grandezza artistica ancora viva in Gerry Mulligan negli anni ’90.

In sintesi questo disco rappresenta non solo un documento storico importante ma anche una celebrazione della continua evoluzione creativa dell’artista fino alla fine della sua carriera musicale.