Il nuovo singolo dei Delta V, intitolato “Nazisti dell’Illinois”, offre una riflessione critica sulla musica contemporanea attraverso un linguaggio ironico. La band, fondata trent’anni fa da Carlo Bertotti e Flavio Ferri, si prepara a esibirsi a Milano all’Arci Bellezza. In questo articolo, esploreremo il significato del brano e le tematiche affrontate dai membri della band.
Un titolo provocatorio per una critica alla musica attuale
“Nazisti dell’Illinois” è un titolo che colpisce subito l’attenzione. Carlo Bertotti spiega che la figura del deejay nel brano rappresenta una metafora per descrivere come la musica moderna abbia perso il suo valore originale. Secondo lui, i deejay sono coloro che diffondono questa musica in radio o durante eventi dal vivo, ma spesso si tratta di suoni ripetitivi e privi di sostanza. L’intento della band è quello di evidenziare come negli ultimi anni ci sia stata una stagnazione creativa nel panorama musicale.
Bertotti sottolinea l’importanza del messaggio dietro al singolo: non si tratta solo di criticare i deejay o la loro scelta musicale, ma piuttosto di invitare a riflettere su come la cultura musicale possa influenzare le nostre vite quotidiane. La scelta del termine “nazisti” non è casuale; serve a evocare immagini forti e contrastanti per stimolare il dibattito sullo stato attuale della musica.
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Riferimenti cinematografici tra passato e presente
La band ha sempre avuto un forte legame con il mondo del cinema, ed è proprio questo legame che emerge anche nel nuovo singolo. Bertotti parla dell’influenza dei film nella loro produzione musicale: “Nazisti dell’Illinois” trae ispirazione dall’immaginario grottesco presentato da John Landis nei suoi lavori cinematografici con protagonisti Dan Aykroyd e John Belushi.
L’idea era quella di utilizzare figure storiche caricaturali per esprimere sentimenti più profondi riguardo alla mancanza di appartenenza nella società contemporanea. Attraverso questa narrazione visiva, i Delta V cercano non solo intrattenimento ma anche connessione emotiva con gli ascoltatori.
Memoria storica: dal documentario alla canzone
Oltre al nuovo singolo, Bertotti ricorda anche il progetto “Gli ultimi”, tre documentari sulla Resistenza realizzati insieme a Marina Albertini e Lorenzo Bertotti nel 2018. Questi lavori hanno permesso alla band di entrare in contatto diretto con ex partigiani e testimoni delle stragi nazifasciste in Italia.
Le esperienze vissute durante le riprese hanno arricchito la loro sensibilità artistica; ad esempio, uno dei documentari racconta la storia toccante di Silvio Bonfante detto “Cion”. Le testimonianze raccolte sono preziose poiché molti degli intervistati sono scomparsi negli anni successivi alle riprese a causa della loro età avanzata o delle conseguenze legate al Covid-19.
Bertotti sottolinea l’importanza della memoria storica: senza un continuo lavoro per alimentarla rischiamo seriamente che venga dimenticata nel tempo. Questo impegno verso la memoria collettiva si riflette anche nelle scelte artistiche dei Delta V oggi.
Riflessioni sul presente politico italiano
In tempi recenti c’è stata preoccupazione riguardo all’aumento delle tendenze autoritarie nella democrazia italiana secondo quanto affermato da Bertotti stesso. Egli osserva come le libertà individuali stiano diminuendo giorno dopo giorno senza un adeguato dibattito politico pubblico sulle questioni cruciali del nostro tempo.
Questa situazione lo preoccupa più rispetto all’idea romantica o nostalgica del fascismo; ciò che realmente inquieta è l’indifferenza verso i diritti civili fondamentali in nome della sicurezza o stabilità politica.
Preparativi per il concerto milanese
Per quanto riguarda gli imminenti concerti live, prepararsi allo show ha richiesto lo stesso impegno creativo necessario per registrare un album discografico secondo quanto dichiarato dalla band stessa. Non volendo attendere fino all’uscita ufficiale del prossimo album previsto in autunno 2025, hanno deciso invece d’intraprendere questa nuova avventura live raccontando ai fan chi siano oggi attraverso reinterpretazioni delle proprie canzoni passate mescolandole agli arrangiamenti ispirati dai grandi nomi musicali che li hanno influenzati lungo gli anni.