Il grocery tourism sta guadagnando popolarità tra i viaggiatori di tutto il mondo, spingendoli a visitare supermercati e negozi alimentari per scoprire la cultura gastronomica locale. Questo trend, che si è diffuso grazie ai social media, offre un’opportunità unica di esplorare le abitudini alimentari delle diverse popolazioni attraverso i prodotti che acquistano quotidianamente.
L’autenticità da scoprire tra le corsie dei supermarket
Negli ultimi anni, il grocery tourism ha trovato una sua dimensione grazie all’influenza di food e travel blogger. Questi influencer hanno acceso l’interesse verso la visita ai supermercati locali come parte integrante dell’esperienza di viaggio. Ma cosa rende questa pratica così attraente? La risposta risiede nella ricerca dell’autenticità. Nonostante la globalizzazione abbia portato catene alimentari in ogni angolo del pianeta, i supermercati rimangono luoghi dove è possibile trovare prodotti tipici e peculiarità locali.
Tuttavia, non mancano casi di omologazione nei negozi alimentari. Catene come Lidl offrono un’esperienza uniforme in tutte le loro sedi europee; l’odore caratteristico e l’organizzazione degli scaffali sono simili ovunque si vada. Questo può far perdere un po’ della magia del viaggio per chi cerca esperienze autentiche.
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D’altro canto, ci sono ancora molti mercati che riflettono la cultura locale in modo genuino. Supermercati come Sainsbury’s nel Regno Unito o Carrefour in Francia offrono una finestra sulle abitudini culinarie degli abitanti del posto. Arwa Mahdawi del The Guardian ha descritto questi luoghi come “musei a sé stanti“, dove ogni corsia racconta una storia diversa legata alla vita quotidiana della comunità locale. I visitatori possono esplorare nuovi snack e piatti tipici mai visti prima, avvicinandosi così a tradizioni culinarie spesso trascurate dalle guide turistiche tradizionali.
Da dove nasce il grocery tourism
Il termine grocery tourism è relativamente recente ed è emerso grazie all’impulso dei social media come TikTok e Instagram. Sebbene questa pratica sia sempre esistita sotto forme diverse, ora ha finalmente un nome riconoscibile che ne cattura l’essenza: l’interesse per ciò che mangiano le persone nei vari paesi durante i loro viaggi.
La crescente curiosità verso questo tipo di turismo deriva dalla voglia di esperienze autentiche da parte dei viaggiatori moderni; essi cercano qualcosa oltre al turismo convenzionale fatto solo di monumenti e attrazioni famose. Visitare un supermercato diventa quindi un modo per immergersi nella vita quotidiana delle persone locali: scoprire quali snack vengono consumati davanti alla televisione o quali ingredienti sono utilizzati nelle ricette tradizionali offre uno spaccato unico della cultura gastronomica regionale.
Un esempio interessante riguarda il Messico: qui si possono trovare varietà incredibili di patatine aromatizzate che riflettono gusti peculiari della popolazione locale; allo stesso modo, piatti semplici ma rappresentativi delle abitudini culinarie giapponesi emergono tra gli scaffali con ramen istantaneo facilmente reperibile nei supermarket nipponici. Ogni visita diventa quindi non solo una ricerca culinaria ma anche culturale ed educativa.
L’Italia non è esclusa
Anche in Italia il fenomeno del grocery tourism sta prendendo piede con sempre maggiore interesse da parte dei turisti stranieri desiderosi di conoscere meglio la nostra cultura attraverso i suoi prodotti alimentari più rappresentativi. Secondo ricerche condotte dalla Bucket List Company, due catene italiane stanno attirando particolare attenzione: Coop ed Esselunga.
Questi supermercati offrono una vasta gamma di specialità regionali che permettono ai visitatori stranieri di immergersi nella vera essenza italiana attraverso cibi tipici come biscotti artigianali o formaggi regionali rinomati nel mondo intero; senza dimenticare la pasta fresca prodotta localmente o prelibatezze da forno fresche disponibili negli store italiani.
Ogni città italiana ha le sue peculiarità gastronomiche ben rappresentate sugli scaffali dei supermarket: dai rustici salentini fino al pane cafone napoletano oppure alla focaccia genovese – tutti esempi tangibili dell’identità culinaria regionale italiana facilmente accessibili anche ai turisti più curiosi.