Il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, ha recentemente dichiarato che il sistema pensionistico italiano è sostenibile e in grado di reggere le sfide future. Durante un evento organizzato da Affari&Finanza, Fava ha affrontato anche le problematiche demografiche del Paese, sottolineando la necessità di interventi mirati per garantire un futuro previdenziale solido. Al contempo, esperti come Linda Laura Sabbadini hanno evidenziato i rischi legati all’invecchiamento della popolazione e alla crescente povertà. In questo contesto si inseriscono le proposte del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon riguardo l’utilizzo del “tesoretto” dei Tfr.
Il tesoretto del Tfr: una risorsa da valorizzare
Il “tesoretto” rappresenta i fondi accumulati dai lavoratori attraverso il Trattamento di Fine Rapporto , depositati presso l’Inps dalle aziende. Durigon ha suggerito che questi fondi potrebbero essere utilizzati per rafforzare le pensioni future senza compromettere la stabilità finanziaria dell’ente previdenziale. Ha specificato che non si tratta di creare una sorta di “banca Inps” o tornare a modelli già falliti come FondInps; piuttosto, l’obiettivo è utilizzare queste risorse in modo strategico.
Durigon ha messo in guardia contro il rischio di deviare questi fondi verso i fondi complementari senza considerare gli effetti sui conti pubblici. La proposta mira a generare rendite sufficienti affinché i lavoratori possano anticipare la loro uscita dal mercato del lavoro. Attualmente, con la riforma Meloni, coloro che maturano una pensione mensile minima possono andare in pensione tre anni prima rispetto al passato; questa misura potrebbe essere ulteriormente supportata dall’utilizzo intelligente delle risorse accumulate nel Tfr.
Leggi anche:
La questione è particolarmente rilevante considerando che oggi molti giovani utilizzano il Tfr non più come aiuto per acquistare casa ma come sostegno economico durante la loro vita lavorativa futura. È quindi fondamentale ripensare a come gestire questi capitali affinché possano servire meglio alle esigenze dei futuri pensionati.
Le sfide per i giovani nel mercato del lavoro
Fava ha posto l’accento sull’importanza dei giovani nel garantire un sistema previdenziale stabile e duraturo. Attualmente ci sono circa 27 milioni di assicurati in Italia, ma solo sette milioni sono under 35 anni; questo dato evidenzia quanto sia cruciale attrarre nuove forze lavoro nel mercato occupazionale italiano.
I lavori precari rappresentano una vera sfida per il futuro delle pensioni italiane: molti giovani oggi vivono situazioni lavorative instabili che influenzeranno negativamente le loro contribuzioni previdenziali nei prossimi anni. Per affrontare questa problematica, Fava prevede una campagna educativa nelle università e nelle scuole sul tema della previdenza sociale; è essenziale iniziare fin da subito a far comprendere ai ragazzi l’importanza della pianificazione finanziaria per il proprio futuro.
Un’altra proposta riguarda l’introduzione di un semestre di silenzio-assenso volto a convogliare automaticamente il Tfr dei neoassunti verso forme integrative di previdenza complementari; secondo Fava, questa misura sarebbe assolutamente ragionevole e potrebbe incentivare maggiormente i giovani ad investire nella propria sicurezza economica futura.
Proposte fiscali e politiche giovanili
La Lega sta valutando misure fiscali specifiche destinate ai giovani disoccupati o neoassunti con l’intento di stimolare occupazione stabile ed evitare il fenomeno delle “pensioni povere”. Tra queste c’è anche una flat tax fissata al 5% destinata a chi torna in Italia o viene assunto per la prima volta; secondo Durigon, tale misura costerebbe circa 700 milioni nei prossimi due anni ma potrebbe favorire fino a 200mila nuovi posti lavoro stabili.
L’idea è quella non solo d’incoraggiare assunzioni dirette ma anche d’imporre penalità alle aziende qualora interrompessero contratti nei primi due anni dall’assunzione: ciò dovrebbe incentivarle ad offrire contratti più solidali ai nuovi dipendenti evitando così tirocini infiniti privativi della crescita professionale reale degli individui coinvolti nella forza lavoro italiana attuale.
Infine, si segnala anche un problema legato alla scarsa adesione alla previdenza complementare tra gli under 35: solo il 19% partecipa attivamente a piani integrativi rispetto alla propria situazione contributiva futura. Questo porta Durigon ad affermare che esiste non solo una mancanza d’informazione ma soprattutto uno scarso livello fiducia verso tali strumenti finanziari; pertanto si sta pensando all’eventualità d’introdurre adesioni obbligatorie con possibilità d’uscita dopo sei mesi quale forma utile almeno ad informarsi meglio sulle opzioni disponibili sul mercato attuale della protezione sociale italiana.
Innovazioni nell’approccio dell’Inps
Gabriele Fava sta implementando cambiamenti significativi all’interno dell’Inps puntando su digitalizzazione ed efficienza operativa attraverso tecnologie innovative tra cui intelligenza artificiale . A poco più d’un anno dal suo insediamento, egli propone un modello basato sulla personalizzazione dei servizi offerti agli utenti lungo tutto l’arco vitale mediante oltre quattrocentocinquanta prestazioni diverse disponibili presso l’istituto stesso.
Fava rivendica inoltre i successi ottenuti grazie all’app sviluppata dall’ente, che conta già ventitré milioni utenti registrati dalla sua introduzione avvenuta lo scorso dicembre. L’obiettivo finale rimane quello di costruire uno welfare generativo capace realmente di soddisfare le esigenze diversificate degli utenti anziani così come quelli giovanili, creando opportunità concrete tramite la valorizzazione del patrimonio immobiliare disponibile orientandosi verso progetti di social housing volti al miglioramento della qualità della vita nelle comunità locali interessate.