Il vescovo di Lecce, monsignor Michele Seccia, ha lanciato un forte messaggio durante i funerali dei tre ragazzi tragicamente scomparsi in un incidente stradale avvenuto sabato sera. I giovani, Luigi Perruccio, 22 anni, e le 21enni Sara Capilunga e Karina Ryzkhov, erano a bordo di una Porsche che viaggiava a velocità elevata. La cerimonia si è tenuta nella chiesa madre di Torchiarolo, in provincia di Brindisi.
Un silenzio carico di significato
Durante il suo intervento, monsignor Seccia ha descritto il silenzio che circonda la tragedia come “eloquente”, sottolineando l’importanza della riflessione in momenti così drammatici. Ha esortato i giovani a considerare le conseguenze delle proprie azioni prima di prendere decisioni impulsive. “Pensate non una ma dieci volte prima”, ha detto il vescovo ai presenti. Questo richiamo alla prudenza è particolarmente rivolto ai neopatentati che possono sentirsi invincibili al volante.
Il vescovo ha evidenziato come le tragedie non siano eventi casuali, ma spesso frutto delle scelte fatte dai singoli individui. L’incidente mortale è stato descritto da Seccia come un’opportunità per imparare e crescere attraverso esperienze dolorose. Ha invitato tutti a trasformare queste situazioni tragiche in lezioni utili per evitare futuri incidenti simili.
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Un messaggio paterno ai giovani
Monsignor Seccia ha continuato il suo discorso affermando: “Non posso fare da maestro – ma da padre sì”. Questa dichiarazione mette in luce la sua volontà di guidare i giovani verso una maggiore consapevolezza riguardo alla sicurezza stradale e alle responsabilità legate alla guida. Il tono paterno del suo messaggio mira a stabilire un legame emotivo con i ragazzi presenti e con le famiglie colpite dalla perdita.
La comunità locale si trova ora ad affrontare il dolore della perdita dei tre ragazzi e la necessità di elaborare questa esperienza traumatica nel modo migliore possibile. Le parole del vescovo sono state accolte con grande attenzione dai partecipanti al funerale, molti dei quali hanno condiviso sentimenti simili riguardo all’importanza della prudenza sulla strada.
La ferita difficile da rimarginare
Seppur con il passare del tempo possa attenuarsi il dolore causato dalla perdita degli amici scomparsi, monsignor Seccia ha messo in guardia sul fatto che certe ferite rimangono indelebili nella memoria collettiva della comunità. Ha affermato chiaramente che gli eventi traumatici come questo non possono essere dimenticati facilmente; restano impressi nelle vite delle persone coinvolte e nei loro ricordi.
L’incidente rappresenta non solo una tragedia personale per le famiglie delle vittime, ma anche una chiamata all’azione per tutti coloro che condividono la strada ogni giorno. La speranza espressa dal vescovo è quella che tali episodi possano servire come catalizzatori per cambiamenti positivi nel comportamento degli automobilisti più giovani.
In conclusione dell’intervento funebre, monsignor Michele Seccia ha ribadito l’importanza della memoria collettiva nell’affrontare questi eventi drammatici ed educativi affinché possano contribuire a costruire una società più sicura per tutti.