La Biennale di Venezia 2025: Willem Dafoe dirige un festival all’insegna della sperimentazione teatrale

La Biennale di Venezia 2025, diretta da Willem Dafoe, esplora il tema “Theatre is Body, Body is Poetry”, celebrando innovazione e nostalgia nel teatro contemporaneo con eventi dedicati a Elizabeth LeCompte e al Wooster Group.
La Biennale di Venezia 2025: Willem Dafoe dirige un festival all'insegna della sperimentazione teatrale - Socialmedialife.it

La Biennale di Venezia 2025 si apre con una nuova edizione del festival dedicato al teatro, sotto la direzione artistica di Willem Dafoe. Il tema centrale è “Theatre is Body, Body is Poetry“, un’affermazione che riflette l’interesse per la ricerca e la sperimentazione nel panorama teatrale contemporaneo. Questa edizione segna anche il debutto del celebre attore americano, noto non solo per i suoi successi cinematografici ma anche per le sue radici nel teatro.

Seguici su Google News

Ricevi i nostri aggiornamenti direttamente nel tuo feed di
notizie personalizzato

Seguici ora

La nomina di Willem Dafoe e il Leone d’oro a Elizabeth LeCompte

La scelta di Pietrangelo Buttafuoco, nuovo presidente della Biennale, di nominare Willem Dafoe ha suscitato reazioni miste tra sorpresa e approvazione. L’attore ha una carriera consolidata nel mondo del cinema ma vanta anche un passato significativo nelle arti performative. Il programma del festival riflette questa eredità teatrale, con eventi che celebrano figure storiche come Elizabeth LeCompte, fondatrice del Wooster Group e vincitrice del Leone d’oro alla carriera.

Nata in New Jersey e recentemente compiuta ottant’anni, LeCompte ha avuto un ruolo cruciale nella scena teatrale americana sin dagli anni Settanta. Con il Wooster Group ha innovato l’approccio al teatro attraverso tecnologie avanzate come video proiezioni e registrazioni audio. Questi elementi sono stati ripresi in “Symphony of Rats“, uno spettacolo che rielabora un testo originale di Richard Foreman datato 1988.

Il Wooster Group: storia e innovazione

Il Wooster Group è emerso dalle ceneri dell’ex Performance Group guidato da Richard Schechner negli anni Ottanta. Quando Schechner decise di chiudere la sua compagnia avanguardistica, gli attori decisero invece di continuare a lavorare insieme sotto una nuova sigla all’interno dello stesso spazio creativo a SoHo. Questo cambiamento rappresenta non solo una transizione artistica ma anche un momento storico significativo per il teatro americano.

Il gruppo è noto per il suo stile estremamente sperimentale che combina diverse forme artistiche con l’obiettivo di arricchire l’esperienza visiva e uditiva dello spettatore. L’uso delle nuove tecnologie continua ad essere parte integrante delle loro produzioni; ad esempio in “Symphony of Rats” viene utilizzata l’intelligenza artificiale per manipolare le voci degli attori sul palco.

Symphony of Rats: tra nostalgia e modernità

Symphony of Rats” si presenta come una rivisitazione contemporanea dell’opera originale scritta da Foreman nel 1988. Durante la premiazione a Ca’ Giustinian, Elisabeth LeCompte ha parlato dei fantasmi del passato ai quali bisogna resistere mentre si affronta questa nuova interpretazione dello spettacolo. La regista sottolinea come ogni produzione possa portare con sé elementi nostalgici pur mantenendo uno sguardo rivolto al presente.

Lo spettacolo è descritto quasi come un musical lisergico dove gli attori interagiscono tra loro senza seguire una trama lineare definita; piuttosto ci sono ripetizioni significative sia nelle azioni che nei dialoghi accompagnati da immagini proiettate su schermi variabili durante lo show.

Riflessioni sul presente attraverso il palcoscenico

L’allestimento scenico presso il Teatro delle Tese all’Arsenale offre uno spazio ricco di oggetti simbolici: tavoli ingombri con attrezzature tecnologiche affiancati da palloni sportivi o neon colorati creano un’atmosfera surreale dove i personaggi interagiscono liberamente senza alcuna struttura narrativa rigida.

Un giovane interprete vestito in modo casual rappresenta ironicamente il Presidente degli Stati Uniti mentre altri personaggi entrano ed escono dalla scena contribuendo a creare momenti comici o inquietanti tramite riferimenti culturali noti come quello al Grande dittatore di Chaplin.

In questo contesto complesso emerge anche la figura dell’attrice svizzera Ursina Lardi premiata con il Leone d’argento; simbolo della vitalità della scena europea contemporanea che abbraccia influenze internazionali pur mantenendo radici locali fortemente consolidate.

Change privacy settings
×