La NASA e il telescopio Roman: un nuovo censimento dei pianeti liberi nella Galassia

Il telescopio Nancy Grace Roman della NASA promette di rivoluzionare lo studio dei pianeti liberi, identificando centinaia di essi e migliorando la comprensione della loro formazione e distribuzione.
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I pianeti liberi, noti anche come free-floating planets , costituiscono una delle categorie più enigmatiche di esopianeti. Questi corpi celesti vagano nel vasto spazio interstellare senza essere legati a nessuna stella, rendendo la loro osservazione particolarmente complessa. Con l’imminente lancio della missione della NASA, il Nancy Grace Roman Space Telescope, si prevede che questa situazione possa cambiare radicalmente.

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Un censimento dei mondi perduti

Un recente studio condotto da Scott Perkins, William DeRocco e colleghi ha messo in luce le potenzialità del telescopio Roman. Attraverso il programma Galactic Bulge Time Domain Survey , il telescopio potrebbe identificare centinaia o addirittura migliaia di FFP durante i cinque anni di missione previsti. La chiave per questa scoperta risiede nella tecnica del microlensing gravitazionale, che consente di rilevare pianeti privi di luce propria.

Le simulazioni effettuate dai ricercatori suggeriscono che il telescopio sarà in grado di migliorare significativamente le attuali stime riguardanti la quantità di FFP con masse inferiori a quella terrestre. Questo rappresenta un passo importante verso la comprensione della distribuzione delle masse degli oggetti erranti e offre spunti fondamentali sulla loro origine.

La capacità del telescopio Roman non solo permetterà un censimento dettagliato degli FFP ma fornirà anche dati preziosi per analizzare come questi mondi si siano formati e quali processi li abbiano portati a vagare nello spazio interstellare.

Come nascono i pianeti erranti?

Le teorie attuali sulla formazione dei pianeti liberi indicano due principali meccanismi:

  1. Collasso diretto delle nubi di gas: Questo processo è tipico per gli oggetti più massicci, quelli oltre 300 masse terrestri.

  2. Espulsione dinamica dai sistemi planetari: Riguarda principalmente i pianeti con massa inferiore a 10 masse terrestri ed avviene durante le fasi iniziali della formazione planetaria.

Comprendere quale tra questi meccanismi sia predominante richiede misurazioni precise della distribuzione delle masse degli FFP. I dati raccolti dal telescopio Roman potrebbero chiarire in quale fase storica della Galassia si siano verificati questi eventi formativi e contribuire così alla nostra conoscenza dell’evoluzione planetaria.

I numeri del censimento Roman

Lo studio ha elaborato diverse ipotesi riguardo alla distribuzione delle masse degli FFP previsti dal telescopio Roman:

  • Per una massa inferiore a 0.1 volte quella terrestre sono stati stimati circa 266 eventi.
  • Per una massa compresa tra 0.1 e 10 volte quella terrestre ci sono previsioni variabili da modelli diversi:
    • Modello MOA prevede circa 1497 eventi per massimi intorno alle 10 masse terrestri.
    • Il modello Coleman & DeRocco suggerisce invece picchi attorno alle otto masse terrestri legate ai fenomeni migratori nei sistemi binari.

Queste discrepanze evidenziano quanto poco conosciamo ancora su questa popolazione misteriosa; mentre alcuni modelli indicano una predominanza dei FFP con massa simile alla Terra, altri propongono scenari alternativi basati su differenti meccanismi formativi.

Una sfida osservativa senza precedenti

L’applicazione della tecnica del microlensing presenta notevoli difficoltà poiché i segnali generati durano solo poche ore e spesso mancano delle informazioni necessarie per determinare direttamente la massa dei pianeti coinvolti nell’evento osservato. Gli autori dello studio sottolineano però che “l’analisi statistica su vasta scala permetterà comunque di distinguere tra diverse ipotesi sulla distribuzione delle masse con elevata significatività statistica”.

Per affrontare queste sfide, il team ha sviluppato metodi innovativi basati su simulazioni avanzate unite ad approcci bayesiani; hanno inoltre utilizzato risorse computazionali presso l’Advanced Research Computing at Hopkins per ottimizzare l’analisi dei dati raccolti dal telescopio.

Il futuro della ricerca sui mondi vaganti

Il Nancy Grace Roman Space Telescope rappresenta un punto cruciale nella ricerca astronomica contemporanea poiché consentirà lo studio sistematico dei pianeti erranti come mai prima d’ora è stato possibile fare nella storia dell’astronomia moderna. Grazie ai dati ottenuti dalla missione sarà possibile approfondire non solo l’origine degli FFP ma anche comprendere meglio i processi fondamentali che governano la formazione planetaria all’interno dell’intera Galassia.

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