La storia del tango argentino: origini, evoluzione e impatto culturale

Il tango argentino, nato a Buenos Aires e Montevideo, è una fusione di culture che ha evoluto il suo stile grazie al bandoneon e all’innovazione di Astor Piazzolla con il nuevo tango.
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Il tango argentino è un genere musicale che ha radici profonde nella cultura di Buenos Aires e Montevideo. Nato nei primi del ‘900, il tango rappresenta una fusione di influenze europee, africane e americane. Questo articolo esplora le origini del tango, il ruolo fondamentale del bandoneon e l’evoluzione che ha portato alla nascita del nuevo tango.

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Origini del tango: un incontro di culture

Il tango nasce in un contesto sociale caratterizzato da migrazioni massicce verso l’Argentina. Alla fine dell’Ottocento, molti europei si trasferirono nel paese sudamericano in cerca di opportunità economiche. Tra questi migranti c’erano italiani, spagnoli e altri gruppi etnici che portarono con sé tradizioni musicali diverse. Queste influenze si mescolarono nelle periferie di Buenos Aires, dove i balli popolari come la milonga iniziarono a prendere forma.

La musica era spesso suonata nei bar e nei bordelli della città. Il bandoneon, uno strumento a mantice inventato dal tedesco Heinrich Band nell’Ottocento, divenne rapidamente simbolo distintivo del genere. Grazie alle sue dimensioni compatte, il bandoneon era facilmente trasportabile dai migranti sulle navi transatlantiche ed è diventato essenziale per la sonorità unica del tango.

Le prime registrazioni discografiche negli anni ’10 contribuirono a diffondere il genere al di fuori dei confini argentini. I 78 giri iniziarono a circolare in Europa e negli Stati Uniti, permettendo al pubblico internazionale di scoprire questa nuova forma d’arte musicale.

L’espansione commerciale e culturale

Con l’aumento della popolarità negli anni ’20 e ’30, il tango divenne non solo una danza ma anche un fenomeno commerciale significativo. Le orchestre si moltiplicarono nelle sale da ballo argentini mentre i compositori iniziarono a scrivere brani iconici che sarebbero diventati classici nel repertorio tanguero.

Artisti come Carlos Gardel contribuirono enormemente alla diffusione della musica tanghera attraverso le loro interpretazioni vocali carismatiche. “Gardel non solo cantava ma anche recitava in film che celebravano la cultura argentina;” questo legame tra cinema e musica amplificò ulteriormente la visibilità del tango nel mondo intero.

Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale ci fu una flessione nella popolarità tradizionale del genere; tuttavia gli artisti continuarono ad innovare mantenendo viva la tradizione attraverso nuove interpretazioni musicali ed eventi pubblici dedicati al ballo.

La rivoluzione con Astor Piazzolla

Negli anni ’50 avvenne una svolta decisiva grazie all’opera di Astor Piazzolla. Considerato uno dei più grandi compositori argentini contemporanei, Piazzolla introdusse elementi jazzistici nella struttura classica del tango creando così quello che oggi conosciamo come nuevo tango.

Questa nuova espressione musicale sfidò le convenzioni tradizionali rendendo il genere più complesso dal punto di vista armonico ed emotivo. Piazzolla utilizzò strumenti diversi oltre al bandoneon per arricchire le sue composizioni; “violino elettrico o chitarra jazz furono integrati per dare vita a sonorità innovative mai ascoltate prima nel panorama tanguero.”

L’impatto delle opere di Piazzolla fu tale da attrarre l’attenzione internazionale verso il nuovo corso intrapreso dalla musica argentina; concerti in tutto il mondo resero omaggio alla sua visione audace trasformando definitivamente l’immagine globale associata al tanghetto argentino.

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