Il film “L’amore che ho”, diretto da Paolo Licata, porta sul grande schermo la vita di Rosa Balistreri, una figura iconica della musica popolare siciliana. Interpretato da un cast di attrici tra cui Lucia Sardo e Donatella Finocchiaro, il biopic esplora le sfide e i successi di una donna spesso dimenticata dalla storia. Con la colonna sonora firmata da Carmen Consoli, il film si propone non solo come un tributo alla cantautrice, ma anche come un’opera che mette in luce temi sociali rilevanti.
Chi era Rosa Balistreri
Rosa Balistreri è stata una delle voci più rappresentative della musica popolare siciliana. Nata a Campobello di Licata, ha vissuto una vita segnata da difficoltà personali e professionali. Cresciuta in un contesto familiare difficile, ha dovuto affrontare relazioni complicate e scelte dolorose. Il suo matrimonio con un uomo violento l’ha portata a cercare rifugio nella musica, diventando così una figura simbolo per molte donne del sud Italia.
Nel corso degli anni ’60 e ’70, Rosa ha raggiunto notorietà internazionale grazie alla sua voce potente e al suo impegno sociale. Ha rifiutato ruoli prestigiosi nel cinema per rimanere fedele ai suoi principi artistici e politici. La sua carriera è stata caratterizzata da concerti in tutto il mondo dove ha portato avanti messaggi contro la mafia e a favore dei diritti delle donne.
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Il film “L’amore che ho” si concentra su questi aspetti della sua vita personale e professionale, mostrando non solo i trionfi ma anche le tragedie familiari che l’hanno segnata profondamente.
La trama del film
“L’amore che ho” segue le vicende di Rosa negli anni ’90 quando ormai anziana vive con la figlia Angela in condizioni difficili. Nonostante i successi passati come “La voce della Sicilia“, si trova ad affrontare l’ostracismo familiare mentre cerca disperatamente di tornare sul palco. Il rapporto conflittuale con Angela aggiunge ulteriore tensione alla narrazione; madre e figlia devono confrontarsi con il passato doloroso mentre cercano di ricostruire un legame interrotto.
La pellicola alterna momenti drammatici a flashback sulla giovinezza di Rosa dove emergono figure chiave come Dario Fo ed eventi significativi della sua carriera musicale. Attraverso queste sequenze viene messa in evidenza non solo la crescita artistica dell’artista ma anche le sue battaglie personali contro le ingiustizie sociali del tempo.
Le performance canore sono uno degli elementi centrali del film; ogni attrice interpreta canzoni originali scritte da Rosa stessa o ispirate alla sua opera musicale, rendendo omaggio al suo talento unico.
L’importanza della colonna sonora
Carmen Consoli svolge un ruolo cruciale nel progetto sia come interprete sia come autrice delle musiche originali del film. La scelta dell’artista catanese non è casuale: Consoli è conosciuta per aver attinto dalla tradizione musicale siciliana nelle sue opere ed è considerata una delle eredi artistiche dello spirito rivoluzionario portato avanti da Balistreri.
La colonna sonora arricchisce ulteriormente l’esperienza visiva offrendo al pubblico brani evocativi che accompagnano i momenti salienti della trama. Le canzoni diventano così veicolo emotivo attraverso cui lo spettatore può entrare nel mondo interiore dell’artista protagonista.
Inoltre, gli arrangiamenti musicali sono stati pensati per riflettere lo stile autentico delle esibizioni dal vivo tipiche degli anni d’oro della musica folk italiana, creando così un’atmosfera nostalgica ma vibrante allo stesso tempo.
Un ritratto complesso
Il regista Paolo Licata riesce a dare forma a una narrazione ricca senza cadere nella trappola dell’agenda celebrativa o agiotistica tipica dei biopic contemporanei; piuttosto offre uno sguardo sincero sulla vita tumultuosa di Rosa Balistreri senza nascondere gli aspetti più oscuri o controversi del suo percorso esistenziale.
Nonostante alcune critiche riguardanti la gestione temporale tra passato e presente nel racconto cinematografico, ciò che emerge chiaramente è l’intenzione autentica del regista: restituire dignità a una figura storicamente trascurata dal panorama culturale italiano contemporaneo.
Con questo lavoro, Licata invita lo spettatore ad avvicinarsi non solo all’artista, ma anche alle tematiche universali legate all’emancipazione femminile e ai diritti civili attraverso gli occhi appassionati di chi ha vissuto esperienze simili nella propria realtà quotidiana.