Massimo Giletti continua a ottenere risultati eccellenti con il suo programma televisivo “Lo Stato delle Cose”, che ha recentemente raggiunto picchi di ascolto. Tuttavia, la situazione economica dell’azienda tessile di famiglia presenta segnali preoccupanti. La Giletti Spa ha chiuso il bilancio del 2024 con un profitto notevolmente ridotto rispetto all’anno precedente, evidenziando una crisi nel settore.
I numeri record de Lo Stato delle Cose
Il programma “Lo Stato delle Cose” ha registrato un nuovo record di ascolti lunedì 2 giugno 2025, toccando il 7,7% di share e attirando circa 1 milione e 197mila spettatori. Questo risultato segna un significativo incremento rispetto al precedente 5,8% di share. Il successo è stato alimentato dall’interesse suscitato dal caso del delitto di Garlasco e dai nuovi sviluppi presentati durante la puntata. Grazie a questi fattori, il talk show su Rai 3 si distingue nettamente dalla concorrenza rappresentata da altri programmi della stessa fascia oraria.
Nonostante i trionfi sul piccolo schermo, la realtà economica dell’azienda tessile della famiglia Giletti è ben diversa. Massimo detiene una quota del 33,3% della società insieme ai suoi due fratelli Emanuele e Maurizio. Quest’ultimo ricopre attualmente le cariche rispettivamente di amministratore e presidente dell’azienda.
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La crisi dell’azienda tessile Giletti
Secondo quanto riportato da Affari Italiani, l’andamento finanziario della Giletti Spa mostra segnali preoccupanti per il futuro. Nel bilancio chiuso per l’anno fiscale 2024 è emerso un profitto pari a soli 229mila euro; questo dato rappresenta meno della metà dei quasi 515mila euro realizzati nell’anno precedente. Inoltre, i ricavi hanno subito una contrazione significativa passando da circa 7,2 milioni a soli 5,7 milioni.
La nota integrativa dell’azienda evidenzia come il rallentamento del mercato iniziato nel secondo semestre del 2023 abbia avuto ripercussioni negative anche nel corso dell’intero esercizio successivo; ciò ha comportato una diminuzione complessiva del fatturato pari all’8,18%. Questa flessione risulta essere inferiore alla media generale del mercato tessile italiano.
In aggiunta ai dati negativi sui profitti e sui ricavi aziendali emerge che tra gli attivi figurano bot per circa 700mila euro e liquidità disponibile per ulteriori 210mila euro; nonostante ciò i soci hanno deciso in assemblea di reinvestire tutto l’utile accumulato mantenendo così un patrimonio netto superiore ai 4 milioni 800 mila euro.
La situazione attuale solleva interrogativi sulle strategie future che potrebbero essere adottate dalla direzione aziendale per affrontare le sfide economiche imminenti senza compromettere ulteriormente la stabilità finanziaria della storica impresa familiare.