Milano e la musica: mancano spazi adeguati per eventi pop, classici e jazz

Nel 2024, Milano ha attratto oltre 1,4 milioni di spettatori ai concerti, ma soffre di una carenza di spazi intermedi per eventi musicali, con richieste crescenti da parte degli operatori culturali.
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Nel 2024, Milano ha registrato oltre 1,4 milioni di spettatori ai concerti, con una spesa media pro capite di 183 euro. Tuttavia, un’indagine condotta da Assoconcerti mette in luce una carenza di strutture adatte a ospitare eventi musicali di media grandezza. Questo articolo esplora il panorama musicale milanese attraverso le opinioni di operatori culturali e titolari di locali famosi.

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La situazione attuale degli spazi musicali a Milano

Milano è conosciuta per i suoi grandi eventi musicali che attirano migliaia di persone. Tra le location più celebri ci sono il Teatro alla Scala, il Conservatorio Giuseppe Verdi e l’Ippodromo San Siro. Tuttavia, la città sembra soffrire della mancanza di spazi intermedi che possano accogliere concerti più piccoli ma altrettanto significativi. Club come Fabrique, Alcatraz e Magazzini Generali possono ospitare tra i 2mila e i 3mila spettatori; tuttavia non basta a coprire la domanda crescente.

Daniele Orlando del Fabrique ha sottolineato un “effetto elastico” post-Covid che ha portato a un’offerta senza precedenti nel settore dei live music. Negli ultimi mesi si è però registrata una normalizzazione del mercato: gli spettatori tornano a scegliere con maggiore attenzione gli eventi cui partecipare. Questo cambiamento potrebbe influenzare anche le programmazioni future nei vari locali.

Un altro spazio significativo è il Palasharp, storicamente importante per concerti dal vivo ma ora in cerca di nuovi investimenti per ristrutturazione o sostituzione. Orlando ha menzionato l’intenzione sua e dei suoi collaboratori imprenditoriali di creare uno nuovo spazio capace di accogliere tra le 4mila e le 8mila persone al chiuso.

Le lacune nella musica classica

Per quanto riguarda la musica classica, Francesca Colombo della BAM suggerisce l’utilizzo delle chiese milanesi come sedi ideali per concerti barocchi o cameristici. Questi luoghi non solo offrono acustiche straordinarie ma anche un patrimonio artistico unico che può arricchire l’esperienza musicale complessiva.

Colombo evidenzia anche la necessità urgente d’uno spazio multidisciplinare dedicato alla musica contemporanea; uno spazio dove diverse forme artistiche possano interagire fra loro creando nuove esperienze culturali per il pubblico milanese.

Inoltre, c’è stata una richiesta crescente da parte degli operatori culturali affinché si sviluppino residenze musicali simili a quelle già presenti all’estero; queste potrebbero fungere da incubatrici per nuovi talenti emergenti nel panorama musicale internazionale.

Il jazz: opportunità perse

Il mondo del jazz milanese appare particolarmente vulnerabile secondo Daniele Genovese del Blue Note. La città manca infatti d’un tessuto solido composto da piccoli club dove i giovani musicisti possano esibirsi regolarmente ed emergere nel panorama locale nazionale ed internazionale.

Genovese sottolinea come sia fondamentale avere ritrovi dedicati al jazz con programmazioni continue; questi luoghi sono essenziali perché permettono agli artisti emergenti d’interagire direttamente col pubblico creando così legami duraturi tra musicista e ascoltatore.

La scarsità d’hub dedicati alla sperimentazione rende difficile lo sviluppo della scena jazzistica cittadina; senza questi spazi vitalmente necessari si rischia d’ostacolare la crescita dell’intero genere musicale in città.

Proposte future: ampliamento dell’offerta musicale

Linda Di Pietro, direttrice artistica dello spazio multifunzionale Base situato nell’ex Ansaldo, propone un approccio innovativo all’offerta culturale attraverso festival che mescolino diversi generi musicali come avviene già nel festival Rumore organizzato presso il suo locale.

In aggiunta alle proposte locali c’è anche l’idea d’espandere la scena musicale verso l’hinterland coinvolgendo realtà vicine come Brescia e Bergamo in modo coordinato affinché si creino reti solide fra diversi bacini pubblicitari potenzialmente interessati agli stessi eventi live.

Queste iniziative potrebbero contribuire significativamente ad arricchire l’offerta culturale della metropoli lombarda rendendola sempre più attrattiva sia per residenti sia turisti appassionati della musica dal vivo.