Il 6 maggio 2025, il Teatro Gobetti di Torino ospiterà la nuova versione dello “Stabat Mater” di Liv Ferracchiati, un’opera che ha già conquistato il pubblico nel 2017 con il Premio Hystrio Nuove Scritture di Scena. Questo spettacolo, in scena fino all’11 maggio, si presenta con significative novità rispetto alla precedente edizione. Tra le principali differenze spicca la presenza fisica della madre sul palco, un cambiamento che promette una resa scenica più metaforica e coinvolgente.
La nuova interpretazione del tema familiare
Nella sua ultima incarnazione, lo “Stabat Mater” mantiene intatto il suo tono caustico e lirico. L’opera esplora le dinamiche familiari attraverso una lente originale e provocatoria. La madre non è più rappresentata tramite una gigantografia video ma appare direttamente sul palcoscenico, creando un’interazione più immediata con gli altri personaggi. Questa scelta artistica contribuisce a rendere l’atmosfera ancora più intensa e personale.
La commedia affronta temi universali legati al passaggio dall’età giovanile a quella adulta. Attraverso i dialoghi incisivi e ben costruiti, Ferracchiati riesce a raccontare le difficoltà dei rapporti interpersonali in modo fresco e diretto. Il protagonista Andrea vive una crisi esistenziale che riflette l’incertezza tipica della generazione contemporanea: incapace di prendere decisioni sia nella vita professionale sia in quella sentimentale.
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Il viaggio interiore del protagonista
Andrea è un trentenne alle prese con la propria identità e le aspettative familiari. Nel tentativo di affermarsi come adulto autonomo, si confronta con la figura materna che continua a influenzare profondamente le sue scelte quotidiane. La sua lotta per ottenere dalla madre un “patentino” che gli consenta di esistere autonomamente diventa simbolo delle pressioni sociali spesso avvertite dai giovani d’oggi.
A supportarlo nel suo percorso c’è una psicologa che lo aiuta ad affrontare i cliché sociali da cui si sente oppresso. Questo elemento introduce uno spunto interessante sulla necessità del confronto psicologico per superare barriere personali ed emotive. Lo spettacolo non solo intrattiene ma invita anche alla riflessione su questioni rilevanti come l’identità personale e i legami familiari.
Un’opera in continuità tematica
“Stabat Mater” rappresenta il secondo capitolo di una trilogia dedicata al transgenderismo e all’identità di genere; preceduto da “Peter Pan guarda sotto le gonne”, segue questa linea narrativa esplorando ulteriormente la complessità dell’essere se stessi nella società moderna. Il terzo atto della trilogia sarà “Un eschimese in Amazzonia”, promettendo così continuità nei temi trattati da Ferracchiati.
L’approccio drammaturgico dell’autore è stato lodato per la sua capacità unica nell’unire elementi comici a situazioni profonde ed emotive; ciò rende quest’opera non solo divertente ma anche significativa dal punto di vista sociale ed educativo.
Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale insieme ad altre importanti realtà teatrali italiane come Centro Teatrale Mamimò, Marche Teatro e Teatro Nazionale di Genova; questo conferma l’importanza culturale dell’iniziativa nel panorama teatrale nazionale attuale.