A Reggio Calabria si profila la possibilità di un nuovo processo legato all’inchiesta “Meta”, dopo l’annullamento senza rinvio da parte della Cassazione nel 2019. L’inchiesta, risalente al 2010 e condotta dai carabinieri del Ros sotto la direzione del generale Valerio Giardina e del colonnello Gerardo Lardieri, aveva già portato alla luce i vertici delle cosche mafiose locali. Recentemente, il procuratore Giuseppe Lombardo ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari ai boss Pasquale Condello, Giuseppe De Stefano e Domenico Condello.
Dettagli dell’avviso di conclusione delle indagini
L’avviso firmato dal procuratore Lombardo e dai suoi collaboratori è stato inviato ai tre boss accusati principalmente di associazione mafiosa. La Cassazione aveva annullato le precedenti condanne per difetto di correlazione tra l’imputazione contestata e la sentenza emessa in precedenza. Questo ha portato alla riapertura del caso con nuovi sviluppi investigativi.
Condello è noto come “il Supremo” ed è detenuto al regime duro del 41 bis dal 2008; De Stefano è in carcere dallo stesso anno ma in una struttura diversa. Domenico Condello, alias “Gingomma”, ha già scontato la sua pena ed è considerato un importante organizzatore della cosca Condello. Per molti altri imputati coinvolti nel precedente processo, le condanne sono ormai definitive.
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Ruolo dei boss nell’organizzazione mafiosa
Secondo quanto riportano gli atti della Procura, i tre indagati sono ritenuti figure chiave all’interno della struttura organizzativa visibile dell’associazione mafiosa. Sono descritti come soggetti apicali con funzioni dirigenziali nelle rispettive articolazioni territoriali denominate ‘cosca De Stefano’ e ‘cosca Condello’. Questi gruppi hanno dato vita a un organismo decisionale centralizzato che opera secondo logiche verticistiche.
La Procura sottolinea che i tre boss non operano isolatamente ma in concorso con altri membri dello stesso sistema criminale, inseriti anche in ambiti decisionali più elevati e talvolta occulti. La loro influenza si estende oltre il semplice controllo territoriale; essi promuovono una rete complessa che contribuisce a mantenere l’operatività dell’organizzazione mafiosa sul territorio calabrese.
Aspetti segreti dell’attività mafiosa
Nell’avviso si evidenzia anche il ruolo dei tre indagati nella componente segreta o riservata della ‘Ndrangheta. Secondo i pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia , questi individui hanno cercato di nascondere le loro attività attraverso l’utilizzo strumentale di schermi personali, professionali e istituzionali nonché legami massonici.
L’indagine “Meta bis” ha visto coinvolti anche altri nomi notori come Giovanni Tegano e Pasquale Libri, entrambi deceduti negli ultimi anni. Le nuove scoperte potrebbero avere ripercussioni significative sulle dinamiche interne alle cosche reggine e sull’efficacia delle operazioni contro la mafia nella regione Calabria.
Con questo nuovo sviluppo processuale si apre una fase cruciale per combattere l’illegalità organizzata nella zona ed affrontare le sfide poste dalla criminalità strutturata che continua ad influenzare profondamente il tessuto sociale ed economico locale.