Il processo sulla rapina subita da Kim Kardashian nel 2016 si sta svolgendo al tribunale di Parigi, attirando l’attenzione dei media di tutto il mondo. Con oltre 400 giornalisti accreditati, l’udienza non è solo un evento legato alla notorietà dell’influencer, ma anche per i dettagli surreali e le domande rimaste senza risposta riguardo alla refurtiva del valore di circa 8 milioni di euro.
Gli imputati e la banda dei “nonni rapinatori”
Dieci persone sono attualmente sotto processo per il crimine avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 ottobre 2016. Tra gli imputati ci sono nove uomini e una donna, con età che variano dai 35 ai 78 anni. La maggior parte degli accusati è nata negli anni Cinquanta, tanto da guadagnarsi il soprannome di “banda dei nonni rapinatori” nei media francesi. Due uomini inizialmente arrestati non sono presenti in aula: uno è deceduto pochi mesi fa mentre l’altro soffre gravemente di Alzheimer.
Molti degli accusati hanno precedenti penali legati alla piccola criminalità francese e portano nomi evocativi come “Omar il vecchio” e “Occhi blu”. Durante le indagini, alcuni membri della banda hanno dichiarato di non essere stati pienamente consapevoli della fama internazionale di Kardashian al momento della rapina.
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La testimonianza chiave: la notte della rapina
Kim Kardashian ha raccontato più volte gli eventi drammatici che si sono svolti quella notte nella sua camera d’albergo all’Hotel de Pourtalès. Era sola quando cinque uomini travestiti da poliziotti entrarono nell’hotel minacciando il receptionist Abderrahmane Ouatiki per farsi condurre nella stanza dell’influencer. I ladri cercavano principalmente l’anello di fidanzamento del valore stimato in circa 3,5 milioni di euro.
Kardashian ha descritto momenti terribili in cui temeva per la sua vita; era appena uscita dalla doccia ed era vestita solo con un accappatoio quando i malviventi entrarono nella sua stanza armati. Dopo averle chiesto insistentemente dell’anello, i ladri le legarono mani e piedi prima di frugare nei suoi effetti personali alla ricerca d’altro denaro o gioielli.
Uno degli imputati ha affermato durante il processo che aveva scritto una lettera a Kardashian poco dopo la rapina per scusarsi del trauma inflitto; tuttavia, lei ha dichiarato che non ha mai ricevuto tale missiva.
L’indagine post-rapina
Dopo aver rubato diversi gioielli dalla stanza dell’influencer, i ladri fuggirono lasciandola legata nel bagno. Durante la fuga uno dei membri della banda cadde perdendo una borsa contenente parte del bottino; un passante trovò successivamente alcuni oggetti preziosi abbandonati sul marciapiede.
L’indagine condotta dalla polizia parigina si rivelò efficace grazie alle numerose telecamere installate in città dopo gli attacchi terroristici avvenuti nel novembre 2015 al Bataclan e alla sede di Charlie Hebdo. Le tracce lasciate dai malviventi furono fondamentali per identificarli rapidamente; molti avevano precedenti penali notabili che facilitarono ulteriormente le indagini.
Nel gennaio 2017 furono arrestate ben diciassette persone collegate all’accaduto; dodici furono poi formalmente incriminate con accuse varie relative sia alla partecipazione diretta alla rapina sia come complici nell’organizzazione del crimine stesso.
Mistero sull’anello scomparso
Nonostante siano emersi molti dettagli sulla dinamica della rapina durante questo processo lungo otto anni dall’evento originale, restano ancora delle domande senza risposta significative riguardo al destino finale dell’anello rubato da Kardashian. Secondo quanto riferito dagli stessi imputati durante le udienze preliminari, sarebbe stato difficile rivendere quell’oggetto specifico poiché troppo riconoscibile sul mercato nero dei gioielli rubati.
Inoltre permane incerta anche la modalità attraverso cui i ladri fossero stati informati su dove si trovasse esattamente Kim quella sera senza alcuna protezione personale presente accanto a lei. Mentre alcuni sostengono che abbiano ottenuto informazioni tramite social media o profili pubblici dell’influencer stessa, altri investigatori ritengono più probabile un coinvolgimento diretto esterno tramite contatti familiari vicini a Kardashian stessa.
Il dibattito continua nelle aule giudiziarie parigine mentre tutti attendiamo ulteriori sviluppi su questa vicenda intricata ed affascinante.