L’11 gennaio 2023, un centro scommesse a Palma di Montechiaro è stato teatro di una rapina avvenuta nel pomeriggio. Due giovani, armati di coltello da macellaio, hanno minacciato il titolare per farsi consegnare il denaro presente in cassa. L’importo rubato ammontava a circa 200 euro. Grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza, la polizia è riuscita a identificare i responsabili poche ore dopo l’accaduto.
Identificazione e denuncia dei rapinatori
Dopo la rapina, gli agenti del commissariato locale hanno analizzato le registrazioni video che hanno permesso loro di riconoscere i due autori del crimine: un ventenne e un ventottenne residenti entrambi a Palma di Montechiaro. Nonostante l’identificazione immediata, non si è potuto procedere all’arresto poiché era già trascorso il tempo utile per la flagranza del reato. Pertanto, i due sono stati denunciati alla procura della Repubblica presso il tribunale di Agrigento.
Nei giorni successivi all’incidente, le autorità giudiziarie hanno preso provvedimenti nei confronti dei sospettati. Il gip ha disposto che il più grande dei due fosse sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico come misura cautelare. Per quanto riguarda l’altro giovane coinvolto nella rapina – allora diciannovenne – gli è stata imposta una misura meno severa: obbligo di dimora nella sua città natale.
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Arresto definitivo e pena inflitta
Dopo circa due anni dall’episodio criminoso, Marco Manganello ha subito un cambiamento significativo nella sua situazione legale. Ora ventunenne, Manganello è stato arrestato dalle forze dell’ordine e condotto presso la casa circondariale Pasquale Di Lorenzo ad Agrigento per scontare una pena complessiva di tre anni e quattro mesi per la rapina aggravata in concorso.
L’ordine d’arresto è stato emesso dall’ufficio Esecuzioni penali della procura ed eseguito dagli agenti del commissariato locale. Gli investigatori sono riusciti a rintracciare Manganello grazie alle informazioni raccolte durante le indagini precedenti e lo hanno accompagnato al carcere situato tra Agrigento e Favara.
La vicenda evidenzia come le forze dell’ordine continuino a monitorare attivamente situazioni simili nel tentativo non solo d’individuare i colpevoli ma anche d’assicurarsi che vengano rispettate le misure cautelari imposte dalla giustizia italiana.