Il cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, ha condiviso con i media vaticani la sua esperienza durante il recente conclave che ha portato all’elezione di Papa Leone XIV. In un colloquio che mette in luce sia la figura del nuovo Pontefice sia il ricordo di Papa Francesco, Tagle offre uno spaccato personale e profondo della situazione attuale della Chiesa.
L’incontro tra Tagle e Prevost
Durante il conclave, i cardinali Luis Antonio Tagle e Robert Francis Prevost si sono trovati fianco a fianco nella Cappella Sistina. A una settimana dall’elezione di Leone XIV, i due hanno avuto modo di incontrarsi nuovamente in udienza al Palazzo Apostolico. La loro lunga conoscenza risale a molti anni fa, quando Prevost era priore generale dell’Ordine degli Agostiniani. Negli ultimi due anni hanno collaborato come capi dei rispettivi dicasteri: quello dei Vescovi per Tagle e quello dell’Evangelizzazione per Prevost.
Tagle descrive Leone XIV come un uomo dotato di una notevole capacità d’ascolto e riflessione prima di prendere decisioni importanti. Questa attitudine è accompagnata da una preparazione intellettuale che non ostenta ma si manifesta nelle relazioni interpersonali attraverso un calore sereno frutto della preghiera e dell’esperienza missionaria.
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L’esperienza del conclave
Riguardo all’atmosfera del conclave, il cardinale sottolinea le speculazioni che spesso precedono eventi così significativi. Ha partecipato a due conclavi: nel 2013 con Benedetto XVI ancora vivo e nel 2025 dopo la morte di Papa Francesco. Ogni esperienza è unica ma entrambi i conclavi hanno insegnato l’importanza della comunione tra i cardinali durante questo processo elettivo.
Tagle evidenzia come ogni conclave rappresenti anche un momento liturgico importante; è uno spazio dedicato alla preghiera dove si cerca l’ispirazione divina attraverso lo Spirito Santo. La rapidità con cui è avvenuta l’elezione – già al secondo giorno – sorprendeva molti osservatori esterni ma riflette anche una certa unità tra i cardinali su chi dovesse guidare la Chiesa in questo periodo storico.
La reazione all’elezione
Quando Robert Francis Prevost ha raggiunto il quorum necessario per essere eletto Papa, la sua reazione è stata caratterizzata da emozioni contrastanti: sorrisi misti a momenti di profonda introspezione spirituale. Il cardinale racconta come abbia pregato silenziosamente per lui mentre gli altri porporati esprimevano gioia ed entusiasmo per questa nuova fase nella vita della Chiesa cattolica.
Questo momento cruciale non era solo pubblico; rappresentava anche un’intimità profonda tra Dio e colui che stava assumendo un compito così gravoso come quello papale. Il rispetto verso quel sacro silenzio riempiva lo spazio mentre tutti erano consapevoli dell’importanza storica del momento.
Due Papi religiosi diversi
L’alternanza fra Papi provenienti da ordini religiosi distintivi – prima Sant’Ignazio dei Gesuiti ora Sant’Agostino – suscita riflessioni interessanti sul futuro della Chiesa cattolica sotto la guida del nuovo Pontefice. Entrambi questi santi avevano vissuto esperienze personali significative prima di trovare in Cristo ciò che cercavano ardentemente nelle loro vite.
Leone XIV porta con sé non solo le tradizioni agostiniane ma anche gli insegnamenti ignaziani appresi dal suo predecessore Francesco; questo mix potrebbe arricchire ulteriormente la sua leadership spirituale nei confronti delle sfide contemporanee affrontate dalla comunità cattolica globale.
Un Papa “di due mondi”
Robert Francis Prevost viene descritto come “il Papa di due mondi”, essendo cresciuto negli Stati Uniti ma formato culturalmente in Perù dove ha svolto gran parte della sua carriera ecclesiastica missionaria. Questo background multiculturale potrebbe rivelarsi prezioso nel suo ministero papale poiché permette una comprensione più ampia delle diverse realtà presenti nella Chiesa universale oggi.
In Asia, dove proviene il cardinale Tagle stesso, c’è grande affetto verso qualsiasi Papa indipendentemente dalle sue origini nazionali o culturali; ciò dimostra quanto sia forte l’identificazione dei fedeli con la figura papale piuttosto che con le specifiche radici geografiche o culturali degli stessi Pontefici.
Le aspettative su Leone XIV
Infine, riguardo alle aspettative sul nuovo Pontefice dopo aver sentito parlare delle sue qualità umane ed ecclesiali durante le votazioni conclaviste, emerge chiaramente quanto possa essere impegnativa questa nuova responsabilità data dalla fiducia riposta dai suoi confratelli cardinali nei suoi confront confrontando tale onere alla necessità continua d’agire sempre pensando al bene comune della Chiesa universale senza lasciarsi influenzare dalle dinamiche politiche esterne o interne alla stessa istituzione religiosa.