Con l’entrata in vigore della riforma della disabilità a giugno del 2024, il XXIV Rapporto annuale dell’Inps evidenzia un cambiamento significativo nel sistema di valutazione delle persone con disabilità. Questa riforma non si limita a una semplice revisione organizzativa, ma introduce un approccio più integrato e coordinato per garantire diritti e supporti adeguati a chi vive questa condizione.
Semplificazione del modello di disabilità
La riforma ha portato alla semplificazione e al riordino degli interventi normativi che si erano accumulati negli anni. In passato, il sistema era caratterizzato da una complessità che rendeva difficile l’accesso ai servizi necessari. Con la nuova normativa, l’Inps assume il ruolo di titolare esclusivo del procedimento unitario di valutazione. Questo passaggio segna la fine dell’attuale doppia fase di accertamento, che prevedeva prima un incontro con le commissioni integrate Asl-Inps e poi una seconda fase davanti alla commissione Inps stessa.
Il nuovo modello mira a rendere più fluido ed efficiente il processo di riconoscimento della disabilità. La razionalizzazione del procedimento sanitario rappresenta un passo avanti verso una maggiore chiarezza per gli utenti, riducendo i tempi d’attesa e semplificando le procedure burocratiche.
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Un approccio bio-psico-sociale
Un aspetto fondamentale della riforma è la transizione da una visione medica tradizionale a un approccio bio-psico-sociale nella valutazione delle persone con disabilità. Non si considera più solo la menomazione fisica o psichica come elemento centrale; al contrario, viene riconosciuto il diritto dell’individuo a sviluppare un proprio progetto di vita personale.
Questo cambiamento implica che le persone con disabilità non siano viste esclusivamente come soggetti bisognosi d’assistenza o cura. Si pone invece l’accento sulla loro capacità di partecipare attivamente alla società attraverso percorsi personalizzati supportati da servizi adeguati. L’obiettivo è quello di promuovere autonomia e inclusione sociale.
Nuova composizione delle commissioni accertatrici
La riforma ha anche modificato la composizione delle commissioni incaricate dell’accertamento della condizione di disabilità. Le nuove unità sono costituite da quattro membri: due medici nominati dall’Inps – uno dei quali deve essere specializzato in medicina legale – che svolgeranno funzioni presidenziali; un professionista sanitario rappresentante delle associazioni nazionali ; infine, sarà presente anche una figura professionale proveniente dalle aree psicologiche o sociali.
Questa nuova struttura mira ad assicurare competenze diversificate all’interno delle commissioni accertatrici per garantire una valutazione completa ed equilibrata dello stato dei richiedenti assistenza. L’inclusione dei rappresentanti delle associazioni permette inoltre alle voci degli utenti finali d’essere ascoltate nel processo decisionale riguardante i loro diritti e necessità.
La riforma quindi non solo modifica le procedure esistenti ma cerca anche d’integrare diverse professionalità per affrontare in modo globale le sfide legate alla disabilità nella società contemporanea.