La questione della Ztl fascia verde a Roma sta generando un acceso dibattito tra le autorità locali. Il sindaco Roberto Gualtieri e il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca si sono confrontati in merito alle modifiche al Piano di risanamento della qualità dell’aria, che prevede l’introduzione di restrizioni alla circolazione delle auto più inquinanti. Queste misure, necessarie per ridurre le emissioni inquinanti e ottemperare alle normative europee, sollevano interrogativi sulle conseguenze per i cittadini romani.
Le polemiche sulla Ztl
Il 13 maggio scorso ha avuto luogo uno scambio di accuse tra Gualtieri e Rocca riguardo al Piano di risanamento dell’aria. Questo documento, atteso dal Consiglio regionale, prevede il divieto di circolazione nella Ztl fascia verde per veicoli con motori diesel fino all’euro 5 e benzina fino all’euro 2 dal 1° novembre 2025 al 30 marzo 2026. Gualtieri ha criticato la Regione per non aver tenuto conto delle esigenze dei cittadini che dovranno rinunciare all’auto in alcune zone della città.
Rocca ha ribattuto accusando l’ex presidente Nicola Zingaretti di aver approvato un piano senza concedere proroghe ai comuni. Secondo Rocca, questa decisione ha portato a una situazione difficile per gli automobilisti romani, costretti ad affrontare limitazioni senza alternative praticabili. La polemica mette in luce la mancanza di coordinamento tra Comune e Regione su questioni cruciali come la mobilità sostenibile.
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Il peso delle multe europee
La necessità di migliorare la qualità dell’aria è imposta anche da sanzioni europee già esistenti contro l’Italia per il superamento dei limiti d’inquinamento atmosferico. L’Unione Europea ha avviato diverse procedure d’infrazione nei confronti del nostro Paese riguardanti particolari sostanze inquinanti come PM10 e biossido d’azoto . La prima infrazione risale al 2014 ed è culminata con una condanna nel 2020; successivamente nel 2022 è stata emessa una nuova sentenza riguardante i limiti sul NO₂ che coinvolgeva anche Roma.
Le multe possono raggiungere cifre considerevoli: si parla infatti di almeno otto milioni settecentoquindici mila euro più penalità giornaliere calcolate su base specifica. Ciò significa che lo Stato italiano può rivalersi sugli enti locali responsabili delle violazioni ambientali, rendendo urgente l’adeguamento alle normative europee da parte del Lazio.
Cosa succederà in futuro
Nel contesto attuale emerge anche il dibattito sul sistema Move In proposto dal Comune, che consente agli automobilisti l’acquisto “di pacchetti chilometrici” per veicoli non autorizzati a circolare nella fascia verde. Mentre Gualtieri sostiene questa misura come un modo utile per garantire flessibilità ai cittadini, Rocca critica tale approccio definendolo inefficace nel ridurre realmente l’inquinamento atmosferico.
I dati Aci indicano chiaramente la dimensione del problema: a Roma ci sono oltre seicentomila auto con motori diesel euro zero fino euro cinque o benzina euro zero fino euro due potenzialmente escluse dalla circolazione nella zona interessata dalle nuove regole. Anche se molte potrebbero non essere effettivamente utilizzate quotidianamente, resta difficile credere che il sistema Move In possa apportare cambiamenti significativi alla situazione ambientale complessiva della capitale italiana.
La situazione surreale dei cittadini romani
Attualmente i cittadini romani si trovano intrappolati tra due entità istituzionali – Regione Lazio e Comune – ognuna con visioni differenti sulle misure da adottare contro l’inquinamento atmosferico. Nonostante entrambi abbiano facoltà autonome nell’attuazione delle politiche ambientali locali, trovare soluzioni alternative allo stop dei veicoli più inquinanti appare complicato.
Questa controversia sembra riflettere una mancanza generale d’impegno verso un cambiamento reale nelle politiche urbane legate alla mobilità sostenibile ed alla salute pubblica degli abitanti della capitale italiana; mentre le discussioni continuano ad intensificarsi nei prossimi mesi sull’effettivo futuro della mobilità romana.