Un ritrovamento inquietante ha avuto luogo sabato sera a Roma, quando due speleologi amatoriali hanno scoperto i resti di due scheletri all’interno di una grotta situata sotto via di Vigna Murata. Le autorità stanno ora indagando per determinare le circostanze della morte, che potrebbero risalire a diversi decenni fa. Le analisi mediche e forensi sono attualmente in corso per stabilire la datazione dei resti e valutare eventuali traumi.
La scoperta sorprendente
Il ritrovamento è avvenuto durante un’esplorazione da parte di due appassionati speleologi che si erano avventurati nel fosso di San Leone, un’opera idraulica costruita negli anni ’40. Questa struttura serve la rete idrica del Laghetto dell’Eur ed è accessibile da via dei Corazzieri. Durante la loro esplorazione, i due uomini hanno illuminato con le torce ciò che sembrava essere una serie di ossa disposte in modo tale da suggerire la presenza di due corpi.
La scena ha immediatamente destato preoccupazione e curiosità nei due esploratori, che hanno prontamente contattato le autorità competenti. Gli agenti del commissariato Esposizione sono intervenuti sul posto insieme alla Squadra Mobile e alla Scientifica per raccogliere informazioni utili sull’accaduto.
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Intervento delle autorità
I vigili del fuoco specializzati nel soccorso tecnico urgente sono stati i primi ad accedere al sito della scoperta. Dopo aver esaminato il luogo, hanno fornito agli investigatori dettagli sulla disposizione dei resti e sulle condizioni generali dell’area circostante. Un medico legale ha anche effettuato un primo esame visivo delle ossa rinvenute, ipotizzando che potessero risalire a circa 30 anni fa basandosi sullo stato di conservazione.
Le ossa presentano dentature in buone condizioni, il che potrebbe indicare una morte relativamente recente rispetto al periodo stimato dal medico legale; tuttavia non ci sono conferme definitive su questo punto.
Analisi forensi in arrivo
Le analisi più approfondite saranno condotte dall’istituto di Medicina legale della Sapienza nei prossimi giorni. Questi esami dovrebbero fornire informazioni cruciali sulla datazione dei resti e sull’eventuale presenza di traumi o segni distintivi sui corpi rinvenuti.
Gli investigatori stanno considerando diverse possibilità riguardo alle cause della morte: se venisse confermata una datazione più remota degli scheletri, si potrebbe trattare infatti anche di reperti storici o archeologici piuttosto che semplicemente umani recenti coinvolti in incidenti o attacchi violenti.
Ipotesi investigative aperte
Attualmente non si esclude alcuna pista investigativa; gli scenari variano dall’incidente fortuito fino all’ipotesi più grave del duplice omicidio. Si considera anche l’eventualità che i corpi possano appartenere a clochard o persone scomparse nel tempo mentre cercavano riparo nelle cavità sotterranee romane.
L’indagine continua con l’obiettivo primario non solo d’identificare le vittime ma anche d’accertarne l’identità attraverso eventuale riconoscimento dentale o altre tecniche forensi avanzate disponibili presso gli istituti specializzati coinvolti nella ricerca scientifica su questi resti umani ritrovati nella capitale italiana.