Un gruppo di 14 ragazzi, che solo otto mesi fa avevano poca familiarità con il mondo del teatro, ha raggiunto un importante traguardo presentando una performance alla Biennale di Venezia. Questa esperienza ha rappresentato non solo una sfida artistica, ma anche un’opportunità di crescita personale e professionale. Sotto la direzione del noto regista Arturo Cirillo, i giovani hanno messo in scena “Orge per George”, un’opera provocatoria che affronta temi complessi legati all’amore e alla sessualità.
La mise en lecture di “Orge per George”
Nel mese di giugno, i 14 allievi della Scuola del Teatro di Napoli – Teatro nazionale hanno presentato la loro interpretazione dell’opera scritta dal drammaturgo veneto Athos Mion. Il testo è descritto da Cirillo come crudo e ironico; esplora l’educazione sentimentale e sessuale dei giovani attraverso una narrazione che riflette le esperienze e le emozioni della loro generazione. La trama segue un ragazzo in cerca dell’amore della sua vita durante un’orgia, affrontando vari aspetti della vita giovanile contemporanea.
La performance si è svolta in modo interattivo con il pubblico disposto a ferro di cavallo attorno al palcoscenico. Questo approccio ha permesso agli attori non solo di esibirsi ma anche di entrare in contatto diretto con gli spettatori, creando così un’atmosfera coinvolgente. Gli applausi ricevuti al termine dello spettacolo nella sala d’armi dell’Arsenale hanno confermato l’impatto positivo del lavoro collettivo svolto dai ragazzi.
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L’approccio stilistico degli attori
Cirillo ha sottolineato come la mise en lecture sia stata interpretata liberamente dagli studenti: a volte utilizzavano il copione mentre altre volte recitavano a memoria. Questo approccio flessibile ha dato vita a quello che può essere definito quasi come un piccolo allestimento piuttosto che una semplice lettura scenica. I costumi scelti dagli attori – pantaloni neri e camicie bianche – insieme ai movimenti coreografici ridotti al minimo hanno contribuito a creare uno spazio visivo sobrio ma efficace.
L’opera si distingue per la sua gestualità intensa ed espressiva; gli elementi musicali sono stati integrati nel testo originale da Mion, rendendo ogni scena ancora più dinamica ed evocativa. L’interpretazione dei giovani artisti è stata caratterizzata da una forte attenzione ai dettagli fisici ed emotivi richiesti dalla drammaturgia provocatoria dell’autore.
Un futuro promettente per la scuola
La Scuola del Teatro di Napoli – Teatro nazionale vanta già una lunga tradizione nel panorama teatrale italiano, avendo avuto tra i suoi direttori nomi illustri come Luca De Filippo e Renato Carpentieri. Cirillo si propone ora non solo di mantenere viva questa eredità culturale ma anche d’integrarla con nuove influenze provenienti dall’estero attraverso corsi tenuti da docenti stranieri.
Il suo obiettivo è quello d’integrare le radici storiche del teatro napoletano con le tendenze contemporanee internazionali senza cadere nell’autoreferenzialità tipica delle istituzioni consolidate. Con questo spirito innovativo, Cirillo intende guidare i suoi studenti verso nuove sfide artistiche mentre continuano ad esplorare la ricca tradizione teatrale italiana attraverso opere significative nei prossimi anni.
L’esperienza vissuta dai ragazzi alla Biennale rappresenta quindi non solo un successo immediato ma anche il primo passo verso carriere potenzialmente luminose nel mondo dello spettacolo.