Teatro Verdi di Trieste: la stagione 2025-2026 tra opere e balletto

Il Teatro Verdi di Trieste annuncia una stagione 2025-2026 ricca di opere e balletti, con nuove produzioni e collaborazioni internazionali, inaugurata da “Il barbiere di Siviglia” e “Le nozze di Figaro”.
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Il Teatro Verdi di Trieste presenta una stagione ricca di eventi per il 2025-2026, con un programma che include sette titoli d’opera, quattro delle quali sono nuove produzioni. La collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma per il balletto e le co-produzioni con il Teatro Stabile Il Rossetti arricchiscono ulteriormente l’offerta culturale. Tra i nomi in cartellone spiccano artisti del calibro di Anna Pirozzi e Yusif Eyvazov. L’apertura della stagione sarà caratterizzata da una doppia produzione dedicata a Figaro, sotto la direzione del regista Pier Luigi Pizzi.

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Un’apertura all’insegna della tradizione e innovazione

La nuova stagione si aprirà dal 28 novembre al 14 dicembre con due opere iconiche: “Il barbiere di Siviglia” di Rossini e “Le nozze di Figaro” di Mozart. Questo accostamento rappresenta un esperimento innovativo che permette al pubblico triestino di assistere a due produzioni diverse nello stesso periodo. Entrambe le opere saranno firmate da Pier Luigi Pizzi, noto per la sua eleganza e creatività nel panorama teatrale europeo. La direzione musicale è affidata a Enrico Calesso, figura chiave nella rinascita musicale del teatro.

Il cast vedrà protagonisti nomi noti come Giorgio Caoduro ed Ekaterina Bakanova, insieme a giovani talenti emergenti. Questo mix tra esperienza consolidata e nuove voci rappresenta uno dei punti focali della programmazione del Teatro Verdi.

Collaborazioni internazionali nel mondo della danza

A gennaio 2026 si darà spazio alla danza grazie alla nuova collaborazione con il corpo di ballo dell’Opera di Roma attraverso un trittico intitolato “Serata Petit / Wheeldon / Pastor”. Le coreografie saranno firmate da grandi maestri come Roland Petit e Christopher Wheeldon su musiche classiche che spaziano da Mahler a Ravel. Eleonora Abbagnato, étoile italiana molto apprezzata nel panorama culturale nazionale, aprirà questo evento danzante.

Questa iniziativa segna un passo importante verso l’internazionalizzazione delle proposte artistiche del teatro triestino, puntando non solo sulla qualità ma anche sull’attrattiva dei nomi coinvolti.

Titoli rari in cartellone: dalla rinascita operistica ai classici

La programmazione prosegue a gennaio con “L’Ascesa e Caduta della Città di Mahagonny” di Kurt Weill in coproduzione col Regio di Parma; questa opera sta vivendo negli ultimi anni una vera rinascita in Italia grazie alle sue tematiche attuali ed evocative. A febbraio sarà la volta de “Il Trovatore”, dove si esibiranno artisti come Anna Pirozzi nel ruolo principale; questo titolo è emblematico dell’impegno del teatro nell’offrire repertori variati che attraggono diversi pubblici.

Ad aprile tornerà sul palco “Madama Butterfly” di Puccini sotto la regia Alberto Triola; infine maggio vedrà l’allestimento de “Roméo et Juliette” di Gounod in coproduzione col Teatro Stabile Il Rossetti – un progetto ambizioso volto a valorizzare le risorse creative locali.

Chiusura stagionale all’insegna dell’intensità drammatica

La stagione si chiuderà a giugno 2026 con una nuova produzione de “Elektra” di Richard Strauss sotto la direzione musicale ancora una volta affidata ad Enrico Calesso; questa opera richiede interpretazioni intense sia vocalmente sia scenicamente ed è attesa con grande interesse dal pubblico locale.

I tre fine settimana dedicati alle opere legate al personaggio Figaro offriranno agli abbonati opportunità speciali per fruire degli spettacoli secondo modalità festivaliera o tradizionale; ciò dimostra l’intento del teatro non solo nella qualità delle produzioni ma anche nell’esperienza complessiva dello spettatore.

In sintesi, il nuovo corso intrapreso dal Soprintendente Giuliano Polo insieme al Direttore Artistico Paolo Rodda mira non solo ad elevare gli standard qualitativi delle produzioni ma anche a rafforzare i legami culturali tra i teatri italiani ed europei attraverso collaborazioni significative.

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