Ieri sera, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avuto una conversazione telefonica con Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea. Questo scambio rappresenta un importante sviluppo nei rapporti commerciali tra le due sponde dell’Atlantico. Von der Leyen ha definito l’incontro “ottimo”, sottolineando che l’Europa è pronta a proseguire i colloqui in modo deciso e rapido. Si tratta della prima chiamata diretta tra i due leader dal cosiddetto “Liberation Day”, giorno in cui Trump aveva annunciato dazi significativi su vari prodotti europei.
La battuta di Kissinger e il contesto attuale
La storica affermazione di Henry Kissinger riguardo alla mancanza di un numero di telefono per contattare l’Europa sembra ora avere una certa rilevanza nel contesto attuale. Negli Stati Uniti, la visione della burocrazia europea come lenta e frammentata è ancora presente, con molti che considerano difficile tradurre le posizioni europee in termini comprensibili per un imprenditore come Trump. La conversazione avvenuta ieri potrebbe segnare una svolta nella percezione reciproca dei leader americani ed europei.
Trump si è sempre mostrato riluttante a riconoscere pienamente la leadership dell’Ue, ma questa telefonata potrebbe essere vista come un tentativo di stabilire un dialogo più diretto e costruttivo. L’atteggiamento del presidente americano nei confronti delle istituzioni europee è stato spesso caratterizzato da scetticismo; tuttavia, il recente incontro suggerisce che ci sia spazio per negoziare questioni cruciali come i dazi.
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Giorgia Meloni al centro delle trattative
Giorgia Meloni si sta affermando come intermediaria chiave nelle relazioni transatlantiche. La premier italiana ha dichiarato di conoscere bene le tecniche negoziali utilizzate da Trump e sta lavorando intensamente per organizzare un vertice dedicato ai temi tariffari entro la prima settimana di giugno, prima del G7 previsto in Giappone. Dopo le recenti minacce del presidente americano riguardo a possibili aumenti dei dazi al 50%, Meloni ritiene fondamentale inviare segnali chiari agli Stati Uniti.
Le fonti governative indicano che il vertice non è ancora confermato ma c’è forte intenzione di realizzarlo rapidamente per affrontare direttamente le preoccupazioni espresse da Trump sulle politiche commerciali europee. Meloni punta a normalizzare gli scambi con Washington attraverso approcci più formali rispetto alle uscite pubbliche del presidente americano.
Le prospettive future delle trattative
La chiamata tra Trump e von der Leyen segna l’inizio potenziale di una nuova fase nelle trattative commerciali transatlantiche. Von der Leyen ha evidenziato l’importanza del tempo necessario fino alla deadline fissata al 9 luglio per raggiungere un accordo soddisfacente su questioni tariffarie critiche sollevate dagli Usa all’inizio dello scorso aprile.
Durante la serata successiva alla telefonata, Trump ha confermato che ci sarà una proroga sulla questione dei dazi fino a luglio; questo lascia aperta la possibilità di ulteriori discussioni durante il vertice europeo previsto nei prossimi giorni o settimane. Non sono stati definitivi dettagli sul formato dell’incontro: se coinvolgerà solo i Paesi più grandi o anche altri membri dell’Ue rimane incerto.
Meloni continua ad essere attivamente coinvolta nel dialogo diplomatico con Bruxelles mentre si prepara a viaggiare verso Uzbekistan e Kazakistan dopo aver partecipato all’assemblea Confindustria a Bologna questa settimana; questi impegni internazionali non sembrano rallentare gli sforzi diplomatico-economici volti ad affrontare le sfide poste dalla Casa Bianca.
Collaborazioni strategiche nell’ambito commerciale
Fonti governative rivelano che collaboratori vicini a Meloni stanno sostenendo gli sforzi della premier nel cercare risposte rapide alle richieste avanzate dagli Usa; figure chiave includono J.D. Vance, vicepresidente degli Stati Uniti ed ex-sherpa G7 Raffaele Fitto nella Commissione Ue. Il governo italiano sembra convinto che dietro alle dichiarazioni provocatorie ci sia una strategia ben definita volta ad ottenere concessioni concrete dall’Europa simili a quelle già ottenute dai partner asiatici come India o Giappone.
In particolare, ciò che viene richiesto agli stati membri riguarda maggior accessibilità ai mercati americani soprattutto nei settori automotive ed hi-tech; quindi ogni passo intrapreso dovrà tener conto delle aspettative statunitensi senza compromettere gli interessi nazionali italiani ed europei.