The Ugly Stepsister: un horror femminista che ribalta la fiaba di Cenerentola

“The Ugly Stepsister” di Emilie Blichfeldt reinterpreta Cenerentola attraverso un horror disturbante, esplorando l’ossessione per la bellezza e le conseguenze della violenza sociale sulle donne in una narrazione audace.
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The Ugly Stepsister, il film della regista norvegese Emilie Blichfeldt, offre una reinterpretazione audace e disturbante della classica fiaba di Cenerentola. Con elementi di body horror e una critica incisiva ai canoni di bellezza, il film si distingue nel panorama del cinema horror contemporaneo. Ambientato in un contesto cupo e inquietante, affronta tematiche come l’ossessione per l’estetica e la violenza sociale inflitta alle donne.

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La trama: Elvira tra sogni e realtà

Il film segue le vicende di Elvira , una giovane ragazza goffa con un volto segnato da insicurezze. Vive con sua madre Rebekka e la sorellina Alma in una realtà che cambia drasticamente quando Rebekka sposa Otto, un aristocratico. Il trasferimento nella villa dell’uomo segna l’inizio delle difficoltà per Elvira, che si trova a dover competere con Agnes , la nuova sorellastra bionda e bellissima.

La morte improvvisa di Otto il giorno delle nozze getta la nuova famiglia in miseria, ma per Elvira si presenta l’opportunità del ballo del principe Julian. Convinta che solo diventando bella potrà conquistare il cuore del principe, intraprende un percorso estremo fatto di interventi chirurgici devastanti e pratiche discutibili per modificare il proprio corpo.

Il viaggio fisico ed emotivo di Elvira diventa così un calvario in cui ogni passo è segnato dalla brutalità delle aspettative sociali legate all’aspetto fisico. La narrazione non risparmia dettagli crudi riguardo alle trasformazioni corporee subite dalla protagonista nel tentativo disperato di conformarsi agli ideali estetici imposti dalla società.

Un’analisi viscerale della bellezza

The Ugly Stepsister non si limita a rappresentare le sofferenze fisiche; piuttosto le infligge allo spettatore attraverso immagini scioccanti girate magistralmente da Blichfeldt insieme al direttore della fotografia Marcel Zyskind. Le scene oscillano tra momenti onirici ed esplosioni splatter che richiamano alla mente i lavori più audaci dei maestri dell’horror come Dario Argento.

La colonna sonora composta da John Erik Kaada contribuisce ad amplificare l’atmosfera inquietante del film con sonorità synth avvolgenti. Ogni elemento visivo è pensato per creare uno stato d’animo teso e disturbante che accompagna lo spettatore lungo tutto il racconto.

A livello narrativo, The Ugly Stepsister offre una riflessione profonda sul desiderio umano di conformarsi agli standard estetici imposti dalla società moderna. Il personaggio principale non è presentato come antagonista; piuttosto viene mostrata come vittima delle circostanze sociali che premiano solo chi riesce a cancellare parti essenziali della propria identità per adattarsi ai modelli richiesti dagli altri.

Tematiche controverse: bellezza vs brutalità

Il confronto tra Elvira e Agnes diventa emblematico: mentre Agnes incarna gli ideali tradizionali della bellezza femminile mantenendo un’innocenza algida, Elvira vive una spirale autodistruttiva nel tentativo incessante di piacere agli altri. Questo contrasto culmina in attimi drammatici dove la protagonista deve affrontare scelte estreme simbolizzate dall’immagine finale con coltello in mano pronta a infilarsi nella scarpetta da ballo.

Il film ha suscitato reazioni polarizzate; alcuni lo considerano potente nella sua denuncia sociale riguardo alla violenza estetica subita dalle donne oggi mentre altri obiettano sulla possibilità che rappresentazioni così esplicite possano rinforzare stereotipi negativi associati al corpo femminile naturale rispetto a quello “corretto”.

Una scena particolarmente disturbante mostra Elvira mentre si guarda allo specchio disprezzandosi prima d’immergersi nella compulsione alimentare; questo momento rivela quanto possa essere devastante l’auto-percezione influenzata dai canoni socialmente accettati.

Performance degli attori: empatia attraverso il dolore

Le performance degli attori sono fondamentali nel trasmettere le emozioni complesse dei personaggi coinvolti nella storia. Lea Myren offre una prova intensa nei panni di Elvira riuscendo a rendere tangibile sia la vulnerabilità sia la disperazione del suo personaggio senza mai cadere nel ridicolo o nell’eccessivo melodramma. Al contrario Thea Sofie Loch Næss interpreta Agnes con grazia malinconica portando avanti quel contrasto già presente nella trama principale.

Elvira emerge quindi come figura centrale capace d’incarnare le lotte interiori legate all’accettazione personale anche nei momenti più buii dell’esistenza umana contemporanea dove i valori superficiali sembrano dominanti su quelli autentici ed essenziali.

In sintesi The Ugly Stepsister non è semplicemente un horror convenzionale ma rappresenta anche uno strumento critico verso i temi complessi legati alla bellezza femminile nell’era moderna attraverso una narrazione audace capace d’infondere disagio ma anche riflessione profonda negli spettatori.

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