“L’infinito”, il primo lungometraggio da regista di Umberto Contarello, sceneggiatore noto per le sue collaborazioni con Paolo Sorrentino, è ora nelle sale cinematografiche. Questo film non è solo una nuova opera del cineasta padovano, ma anche un viaggio personale che esplora temi come la solitudine e la ricerca di identità. Con una durata di 91 minuti, “L’infinito” si propone come un’opera che riflette sul passato e sulla speranza.
Chi è Umberto Contarello: il percorso artistico
Umberto Contarello nasce a Padova nel 1958 ed ha costruito una carriera significativa nel panorama cinematografico italiano. È stato sceneggiatore per importanti opere di autori come Paolo Sorrentino, Gabriele Salvatores e Nanni Moretti. Tra i suoi lavori più noti ci sono “This Must Be The Place”, “La grande bellezza” e “The Young Pope”. La sua esperienza lo ha portato a ricevere riconoscimenti prestigiosi come il David di Donatello per la sceneggiatura.
Oltre al suo lavoro dietro le quinte, Contarello ha anche fatto apparizioni in diversi film. La sua versatilità gli permette di muoversi agevolmente tra scrittura e recitazione. Con “L’infinito”, decide finalmente di mettersi alla prova in prima persona sia come regista che protagonista, segnando così un nuovo capitolo della sua carriera artistica.
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Trama de L’infinito: riflessioni su cinema e vita
“L’infinito” racconta la storia di uno sceneggiatore in crisi creativa che affronta i fantasmi del passato mentre cerca il suo posto nel mondo contemporaneo. Il protagonista omonimo vive momenti difficili caratterizzati da malinconia e rimpianti; egli è interpretato dallo stesso Contarello. La narrazione si sviluppa attorno alle relazioni familiari complesse con sua figlia Margherita e una giovane scrittrice , mostrando le sfide emotive legate alla paternità.
Il film presenta anche personaggi secondari significativi: l’agente insoddisfatto del protagonista, l’amica produttrice che rappresenta un legame col passato ed il maggiordomo Lucas , figura chiave nella vita quotidiana dell’autore in crisi. Attraverso incontri casuali – con suore locali o vecchi amori – emerge un quadro complesso delle interazioni umane che costringono Umberto a confrontarsi con se stesso.
Stile narrativo de L’infinito: ironia ed introspezione
Contarello utilizza uno stile narrativo caratterizzato da autoironia ed elementi surreali per descrivere l’esistenza del suo alter ego cinematografico. Le prime scene mostrano un uomo apparentemente apatico ma dotato di spunti critici sull’industria cinematografica italiana; egli si definisce patetico ma al contempo determinato a mantenere uno stile di vita agiato nonostante le difficoltà professionali.
La fotografia curata da Daria D’Antonio gioca un ruolo fondamentale nell’atmosfera generale del film; l’uso delle sfumature grigie contribuisce a creare una sensazione visiva coerente con i temi trattati nella pellicola. Il contrasto tra momenti drammatici ed elementi comici offre allo spettatore spunti riflessivi sulla condizione umana contemporanea.
Interviste esclusive: domande a Umberto Contarello
In diverse interviste rilasciate durante la promozione del film, Contarello ha condiviso dettagli interessanti sul processo creativo dietro “L’infinito”. Ha affermato che parlare della propria vita attraverso il personaggio principale non rappresenta necessariamente una confessione autobiografica diretta; piuttosto cerca di esplorare parti nascoste della propria personalità attraverso questo racconto fittizio.
Riguardo all’uso della scala dei grigi nel film, ha spiegato quanto fosse importante trasmettere emozioni attraverso questa scelta stilistica piuttosto unica per lui come regista esordiente. Infine, parlando dell’influenza ricevuta dal collega Paolo Sorrentino durante gli anni passati insieme nell’industria cinematografica italiana, ha sottolineato quanto entrambi siano stati influenzati dalle esperienze reciproche senza mai perdere la loro individualità creativa.
Con “L’infinito”, Umberto Contarello offre al pubblico non solo uno sguardo sulla sua visione artistica ma anche sulle fragilità umane universali presenti nella nostra società moderna.