Terremoto di magnitudo 7,4 colpisce il Cile meridionale: allerta tsunami e evacuazioni

Un terremoto di magnitudo 7,4 ha colpito la regione di Magallanes in Cile, provocando un’allerta tsunami e misure di evacuazione per le aree costiere. Nessun danno significativo segnalato finora.
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Un forte terremoto di magnitudo 7,4 ha scosso la regione di Magallanes, nel sud del Cile, vicino al confine con l’Argentina. Le autorità locali hanno emesso un avviso per il rischio di tsunami e hanno invitato la popolazione a evacuare le aree costiere. Il sisma è stato registrato alle 8:58 ora locale e ha avuto il suo epicentro a una profondità di 10 chilometri.

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Dettagli del terremoto

Secondo quanto riportato dal Centro sismologico nazionale , l’epicentro del terremoto si trova a circa 218,1 chilometri a sud di Puerto Williams. La scossa ha generato preoccupazione tra le autorità cilene che hanno immediatamente attivato misure preventive per garantire la sicurezza dei cittadini. Il presidente Gabriel Boric ha esortato i residenti delle zone costiere ad abbandonare le spiagge e le aree vulnerabili. In un messaggio pubblicato su X, Boric ha dichiarato che “tutte le risorse sono state messe a disposizione delle popolazioni” per affrontare questa emergenza.

Le prime informazioni indicano che non ci sono stati danni significativi segnalati nelle aree più popolate della regione; tuttavia, gli esperti continuano a monitorare la situazione da vicino in quanto potrebbero verificarsi ulteriori eventi sismici.

Allerta tsunami e misure precauzionali

Inizialmente è stata emessa un’allerta tsunami per diverse località lungo la costa cilena. Tuttavia, successivamente l’ordine di evacuazione è stato revocato dalle autorità della Protezione Civile . Nonostante ciò, lo stato di precauzione rimane in vigore lungo le coste della regione Magallanes e dell’Antartide cilena. Questo implica che i residenti devono rimanere lontani dalle spiagge e dalle zone costiere più vulnerabili.

Le autorità hanno rilevato una variazione nel livello del mare pari a sei centimetri compatibile con uno “tsunami strumentale”, termine tecnico utilizzato per descrivere onde anomale senza portata distruttiva significativa ma comunque degne di attenzione. Gli esperti stanno valutando attentamente ogni sviluppo mentre continuano ad analizzare i dati raccolti dopo il sisma principale.

Reazioni internazionali ed evacuazioni in Argentina

L’impatto del terremoto non si è limitato al Cile; anche sulla costa meridionale dell’Argentina è stata diramata un’allerta simile nel villaggio remoto di Puerto Almanza. Qui gli abitanti sono stati invitati ad evacuare come misura precauzionale contro possibili effetti dello tsunami generatosi dal sisma cileno.

Il servizio geologico degli Stati Uniti ha confermato almeno otto scosse successive alla prima registrate nella zona con magnitudini comprese tra 4,8 e 5,7. L’allerta tsunami rimane attiva su tutta la costa meridionale argentina mentre proseguono gli accertamenti sulle conseguenze del terremoto iniziale.

Monitoraggio da parte delle istituzioni italiane

L’Ambasciata d’Italia in Cile sta seguendo attentamente l’evolversi della situazione ed è disponibile al numero +56978098998 per eventuali emergenze riguardanti i cittadini italiani presenti nella zona colpita dal sisma. La Farnesina ha comunicato che il ministro Antonio Tajani è informato sugli sviluppi legati all’emergenza sismica in corso.

Inoltre, viene raccomandata ai connazionali presenti sul territorio l’importanza di monitorare continuamente gli aggiornamenti ufficiali attraverso canali appropriati come il sito dovesiamonelmondo.it o tramite l’app “ViaggiareSicuri”.

La magnitudo inizialmente calcolata era stata fissata a 7,5 ma successivamente rettificata dagli esperti statunitensi al valore attuale di 7,4.

Attività sismica nella regione

Alle ore 16:43 sono state registrate sei repliche del terremoto principale; tutte inferiori alla soglia dei sei gradi Richter con quella più intensa raggiunta fino a una magnitudo massima pari a 5,7. Queste repliche si sono verificate in una zona caratterizzata da bassa densità abitativa riducendo così potenziali rischi diretti per la popolazione locale.

Il fenomeno sismico osservabile nella regione può essere attribuito allo spostamento delle placche tettoniche coinvolte: quella pacifica collide con quella sudamericana creando tensione accumulata nel sottosuolo fino alla liberazione improvvisa durante eventi come quello appena avvenuto.

Il Cile rappresenta storicamente una delle nazioni più soggette ai fenomeni tellurici globalmente riconosciuti; qui infatti si verificò uno dei terremoti più devastanti mai registrati nel maggio del ’60 quando Valdivia fu colpita da un evento catastrofico avente magnitudo stimata intorno ai nove gradi Richter accompagnandosi ad uno tsunami devastante.

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